Pensiamo di essere multitasking e di essere capaci di fare diverse cose contemporaneamente ma non ci rendiamo conto del fatto che si tratta di una potente illusione che si rivela essere anche dannosa per la nostra salute mentale. Chi usa allo stesso tempo pc, tablet, smartphone e altri dispositivi saltellando da un'attività all'altra, rischia il restringimento della materia grigia.
Sono molti gli studi che girano intorno alla capacità di fare più cose contemporaneamente e che gli inglesi definiscono multitasking. Earl Miller, un neuroscienziato del MIT e uno dei massimi esperti mondiali di attenzione divisa, dopo diversi studi è giunto alla conclusione che il nostro cervello non è cablato bene per il multitasking. Secondo un altro studio inglese svolto dall'università di Sussex, seguire la filosofia del multitasking crea seri danni al cervello. Tra uomini e donne, sono risultate più a rischio le seconde.
Il neuroscienziato Daniel J. Levitin, direttore del Laboratory for Music, Cognition and Expertise alla McGill University e autore del libro "La mente organizzata: restare lucidi nell'era dell'eccesso di informazione", in un articolo pubblicato sulle pagine scientifiche del quotidiano britannico "The Guardian" ribadisce le conclusioni dei colleghi: il multitasking rende meno efficienti.
Quando pensiamo di stare facendo multitasking, stiamo solo passando da un'attività a un'altra molto velocemente, ma ogni volta c'è un costo cognitivo: tutto ciò porta a un vero e proprio esaurimento delle funzioni cerebrali e a una riduzione della materia grigia. Glenn Wilson, ex docente a contratto di psicologia presso Gresham College di Londra, lo chiama info-mania, la sua ricerca ha scoperto che trovarsi in una situazione in cui si sta cercando di concentrarsi su un compito e si ha una e-mail non letta nella posta in arrivo, può ridurre il QI (Quoziente Intellettivo) effettivo di 10 punti. Wilson ha mostrato che le perdite cognitive da multitasking sono ancora superiori alle perdite cognitive dei fumatori di cannabis.
Gli stessi studiosi che sono giunti a questa determinazione cercano anche i rimedi ai danni cerebrali; purtroppo per ora tali rimedi sono abbastanza limitati, ma già si pensa all'utilizzo di cellule staminali circa eventuali effetti collaterali dovessero aumentare.