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Il marito di Elena Ceste non parla: in cella un silenzio "freddo e impassibile"

Lunedì è previsto l'interrogatorio di garanzia per Michele Buoninconti, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere

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Dal momento dell'arresto per l'omicidio di sua moglie Elena Ceste, Michele Buoninconti si è chiuso in un silenzio definito dai carabinieri "freddo e impassibile". Le ultime parole le ha dette ai suoceri poco prima dell'arresto: "Potete andare voi a prendere i bambini a scuola? Io oggi non posso".

I suoi legali, Chiara Girola e Alberto Masoero, hanno riferito che lunedì vi sarà l'interrogatorio di garanzia. Nel carcere di Quarto d'Asti, dove è stato portato dopo la formalizzazione dell'arresto, Buoninconti sarà interrogato a lungo per offrirgli la possibilità di chiarire le tante contraddizioni, quelle che hanno portato il gip di Asti ad ordinare il suo arresto.

Le contraddizioni sono molteplici: perché in tv ha detto di amare la moglie, aggiungendo "se qualcuno l'ha presa la riporti a casa", e ai figli, come risulta da inconfutabili intercettazioni telefoniche, ha invece detto che la loro madre era una donna "da raddrizzare"? Perché fin dal giorno della scomparsa di Elena Ceste lui disse agli investigatori che a suo avviso lei era scappata di casa "nuda"? Cosa glielo poteva far pensare? Possibile che una donna madre di quattro figli lasciasse la sua casa in pieno gennaio senza vestiti?

Buoninconti ha sempre fornito la stessa versione: pensò che fosse fuggita nuda perché lui aveva trovato in casa i suoi vestiti. Il sospetto che l'uomo nascondesse qualcosa ha portato gli investigatori a seguirlo, a intercettarlo, a interrogarlo più volte. Fino ad iscriverlo prima nel registro degli indagati, poi, alla luce di intercettazioni e altri indizi, ad arrestarlo. Con un'accusa, oltre che precisa, pesantissima: omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

Ora Buoninconti è in carcere, "sereno" dicono i suoi legali. Per i quali la misura cautelare a un anno di distanza dai fatti è "eccessiva", così come ritengono esagerata la motivazione di "rischio di reiterazione del reato". Lunedì, nell'interrogatorio, esporranno i loro dubbi. Intanto, però, hanno nominato due nuovi consulenti a difesa, un medico legale e un ingegnere informatico. E ne stanno valutando altri, "come, ad esempio, uno psichiatra" hanno detto.

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