NUOVA FASE

Irene Grandi, nuovo album-nuova vita: "Ho detto basta a rabbia e ribellione"

La cantante fiorentina esce con il nuovo album "Un vento senza nome", il primo di inediti dal 2010. E con il brano omonimo che porterà a Sanremo si presenta in veste di autrice

© ufficio-stampa

A cinque anni di distanza dall'ultimo album di inediti torna Irene Grandi con "Un vento senza nome", in uscita il 12 febbraio. Un album particolarmente importante perché arriva in momento significativo nella vita dell'artista fiorentina, che questa volta si presenta anche in veste di autrice. "Per me è una svolta - spiega a Tgcom24 -. Mi sono staccata da tutto e ho cambiato la mia vita per scoprire che avevo ancora cose da dire".

"Un vento senza nome" è anche il titolo del singolo con il quale si presenterà al Festival di Sanremo. Per lei sarà la quarta volta all'Ariston ma sarà tutto diverso. In questo 2015 Irene si presenta con una casa discografica nuova, nuovo il manager (Francesco Barbaro) così come il produttore (Saverio Lanza). E nuovo l'atteggiamento nei confronti della vita. "Ho meno rabbia, sono più centrata nel volermi bene - spiega lei -. Mi sono resa conto che può essere piacevole essere più presente, pensare un po' agli altri e dedicare loro del tempo, essere meno centrata sulla mia carriera. Ho rivisto delle priorità della mia vita".

Essere meno centrata sulla carriera significa anche prendersi una pausa di quasi 5 anni?
È buffo perché io che cantavo "In vacanza da una vita" in questo periodo ho lavorato nel non lavorare. Per una volta non sono scappata di fronte al silenzio e sono tornata a suonare per il piacere di scoprire cose nuove. Come l'imparare meglio a suonare la chitarra o il mettermi alla prova come autrice. Ho cercato il vuoto mentale per lasciar spazio agli stimoli che arrivavano dalla vita.

Quanto ha influito la collaborazione che hai fatto con Stefano Bollani per questa tua nuova fase artistica?
Quella è stata molto importante perché ha rappresentato un po' la primavera dopo un inverno durato almeno tre anni. Lavorare con "Bolla" è stato un momento bello ma anche leggero: molto spontaneo, divertito e divertente.

Come ti vedi nelle vesti di autrice?
E' sicuramente una svolta. Io sono nata come un animale da palcoscenico, ho sempre tenuto di più a cantare canzoni belle che non a scriverle. Però in questo periodo mi sono resa conto che avevo delle cose da dire, e in questo album c'è l'autenticità dei sentimenti e ci sono le cose che mi sento di raccontare.

Il nuovo produttore Saverio Lanza è stato importante in questa evoluzione?
Lo conoscevo da tempo ma la nostra collaborazione si saldata proprio quando mi sono messa in gioco. E' stato perfetto trovare lui perché far crescere gli autori è una sua specialità. Allo stesso modo il mio nuovo manager, Francesco Barbato, mi ha incoraggiato e spinto a continuare. Così l'album è nato prima un po' per gioco poi facendo sempre piu sul serio.

La gente deve aspettarsi una cesura netta con il passato?
No, in realtà il brano più anomalo in questo senso è quello che presento a Sanremo, una ballad che inizia voce e piano (suonato da Bollani - ndr), cosa che da me non ci si aspetterebbe. Per il restosento una certa continuità con le cose del mio passato. Sicuramente ha un taglio un po' più cantautorale che rock, ma questo dipende forsa anche dal fatto che mi ci sono impegnata personalmente.

Nessuna paura che il pubblico rimanga spiazzato dunque?
Non mi pongo mai problemi del tipo "piacerà o non piacerà". Anche quando ho collaborato con i Baustelle molti pensavano fosse qualcosa fuori dal mio stile, e invece abbiamo trovato un'ottima sintesi. Ho sempre pensato che la cosa più importante sia essere autentici.