Con la sfilata di Saint Laurent si è conclusa la stagione dell'uomo e a tamburo battente, ha preso il via a Parigi la primavera estate 2015 dedicata all'alta moda (haute couture), inaugurata da Donatella Versace con Atelier Versace. Lunedì 26 gennaio è stato il giorno di Christian Dior, storica casa di moda dal 2012 nelle mani del designer belga Raf Simons, che porta avanti oramai con successo un rinnovamento radicale dei codici estetici Dior.
Il gusto della sperimentazione materiale e i tagli puliti e innovativi, tipici della moda di Simons, danno una svolta decisa alla couture, da troppo tempo relegata agli abiti da red carpet. "Sono sempre stato interessato al futuro, più che al passato. - ha dichiarato ai giornalisti lo schivo stilista prima dello show - Ma anche il passato può essere interessante se viene riletto nel modo giusto".
Il suo è un approccio fresco e dotato di curiosità intellettuale che però non si traduce mai in uno snaturamento di quell'universo estetico che è Dior, piuttosto in un suo ampliamento, che potremmo definire un traghettamento felice nel presente e, perché no, nel futuro. L'haute couture oggi, insomma. Nella collezione presentata a Parigi convivono il romanticismo anni Cinquanta, la ricerca di tessuti e materiali tipica dei Sessanta e le silhouette allungate dei Settanta.
Gli abiti bustier si alternano ai minidress svasati, le tute a motivi optical si danno il cambio con gli abiti da gran sera. Coesistono in armonia pvc, pizzo, cristalli, seta e pelle. Splendidi gli stivali in vinile nei colori accesi e particolarissimi i tacchi a gabbia in metallo.
Con Raf Simons al timone di Dior, le sfilate tornano ad essere un momento di ispirazione e riflessione: non era un caso che la collezione fosse dedicata al David Bowie trasformista. Sarebbe bello se anche le altre passerelle fossero così innovative.
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