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Macerata, va in ospedale per un mal di pancia: suora partorisce un bimbo

Pare che fosse già incinta quando è arrivata nel convento marchigiano. La religiosa avrebbe confermato di voler tenere il bambino

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Quando il medico del pronto soccorso ha parlato di una gravidanza, nessuno ci voleva credere. L'ecografia, invece, ha confermato tutto. La suora, che non è una monaca di clausura come era stato detto, è stata accompagnata dalle consorelle per un forte dolore alla pancia: in pratica stava per partorire un bambino. E' successo a San Severino Marche, nel Maceratese. Un altro caso analogo accadde sempre nelle Marche nel 2011.

La donna di origine sudamericana, racconta Il Gazzettino, è arrivata nel pronto soccorso dell'ospedale "Bartolomeo Eustachio" della cittadina, accompagnata dalle altre religiose. Ai medici ha raccontato di avere un fortissimo male al ventre, ma è bastata una breve visita per chiarire quanto stava accadendo: la gravidanza era allo stadio finale e il parto era imminente. Pare che la suora fosse già incinta quando è arrivata nel convento marchigiano.

Terrà il bambino - Il nosocomio in cui il bimbo ha visto la luce protegge dietro una cortina di silenzio la privacy della suora. Il primario del reparto di Ostetricia ha detto ai giornalisti di non sapere nulla della vicenda, ma si è appreso che il bimbo è stato condotto per accertamenti nella Neonatologia dell'ospedale di Macerata. Sarebbe in buone condizioni di salute, ma essendo nato dopo una gravidanza svoltasi senza controlli sanitari, si è preferito sottoporlo ad analisi più accurate. La religiosa avrebbe confermato di volerlo tenere.

Nel 2011 un caso simile -
Quanto accaduto ha un precedente risalente al 2011 sempre nella zona. All'epoca, una suora congolese di 41 anni, oggi tornata allo stato laicale, diede alla luce una bambina nell'ospedale di Pesaro. La donna era stata stuprata all'estero da un sacerdote straniero, ed era poi stata accolta in un convento marchigiano. Dopo il parto non aveva riconosciuto la figlia nei tempi stabiliti dalla legge, e la neonata era stata data in affido a una coppia della provincia di Macerata. Poi però l'ex suora, non riammessa alla vita consacrata dal suo ordine religioso, cambiò idea e fece ricorso per riavere la figlia. Nel febbraio 2014 la Cassazione le diede ragione, opponendosi al via libera alle procedure per l'adozione attivate dalla Corte di Appello di Ancona, che aveva ritenuto fuori tempo massimo (tre mesi e mezzo dal parto), il ripensamento della madre naturale.

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