Su Twitter le canta ai due Matteo della politica, Renzi e Salvini, nel nuovo album "Il bello di essere brutti" che esce il 27 gennaio non risparmia nessuno. E' un nuovo J-Ax, più maturo, che si è liberato dei "fantasmi" del passato, grazie anche alla contaminazione della tv. "Dopo la separazione artistica da Jad, dal punto di vista professionale ho sofferto molto, ora ho fatto pace con me stesso", racconta a Tgcom24.
Passa con disinvoltura dal rap al rock, dal reggae al punk, senza dimenticare pop, soul e indie. Venti nuovi brani che vanno da "Intro" a "L'uomo col cappello", in cui Alessandro Aleotti (questo il vero nome del rapper) si avvale della collaborazione - tra gli altri - di Fedez, Club Dogo, Valerio Jovine, Nina Zilli, Il Cile, Neffa, Max Pezzali ed Enrico Silvestrin.
Hai mantenuto la promessa fatta a "The Voice"...
L'ho detto anche in trasmissione, appena ho sentito la voce di Emiliano Valverde ho pensato che fosse perfetta per un mio brano 'Tutto o niente', le mie coriste sono invece Debby Lou e Giusy Scarpato... Ho fatto quello che potevo".
Come nasce invece la collaborazione con la Zilli?
"Ho sempre pensato che fosse una delle più belle voci in Italia. E' stata anche l'occasione di fare un pezzo che fa divertire, e non è facile. E' un brano atipico, dal sapore classico e lei è perfetta. L'ho composto in una formula che non utilizzavo da tempo. D'altronde questo album rappresenta tutte le mie sfaccettature, soprattutto dal punto di vista musicale.
E' il disco della maturazione, è arrivato anche il momento di fare 'pace' con Jad e gli Articolo 31?
Per anni non ho parlato di lui, non ci potrà mai essere un riavvicinamento, è come quando ti molli con la tipa, se non la nomini ci sei ancora dentro, quando ne parli è perché hai elaborato il lutto..
Non eri riuscito fino ad adesso?
Non ce l'avevo fatta, dal punto di vista umano era già a posto prima, da quello artistico lo è ora. La musica se hai imparato a farla in due poi devi imparare a farla da solo. Per me è trapassato remoto, mi sono sentito liberato dal passato al sold out al Carroponte con tremila persone fuori, sono al punto dove ero quando ho mollato quella storia lì... ora è il momento di comunicare me stesso agli altri e inaspettatamente mi è venuta in aiuto la Rai, che nel giro di sei mesi ha risolto il problema.
A proposito, hai pensato al nuovo pubblico che viene dalla tv?
No, ho pensato solo di avere più attenzione. Ma sarà semplicemente come prima, se i singoli piacciono la gente compra il mio disco. Altrimenti sarebbero tutti lì a fare dischi, anche Carlo Conti...
A Sanremo ci andresti?
Se costruisci una carriera a discapito di Sanremo poi non puoi andare al Festival... Sanremo è sempre identico, il direttore è come il presidente degli Stati Uniti. Possono dare un'impronta ma non cambierà mai il modo in cui fanno la guerra o il modo in cui si siederanno gli assessori a Sanremo.
Tante tappe all'Alcatraz e non al Forum di Assago, perché?
L'Alcatraz è una struttura importante a livello di suono, tremila persone mi possono quasi toccare... Non ho voluto fare il Forum perché mi ricorda il periodo in cui avevo perso il controllo di tutto. Preferisco quindi farmi sessanta Alcatraz...
Alla fine qual è il bello di essere brutti?
Prima ci si lamentava di essere brutti, adesso ringraziamo. Prima c'era il peso, la vendetta, adesso è il 'bello'.