Ancora una volta ci troviamo a sottolineare l'importanza dell'export per l'economia italiana. Se da un lato, infatti, la crisi economica ha fatto crollare il fatturato manifatturiero interno del 15,9% in cinque anni, dall'altro si è assistito a una crescita costante del fatturato estero. E nel commercio estero un fattore principale è soprattutto la competitività. Una qualità che all'Italia delle eccellenze sicuramente non manca.
La conferma arriva dal quadro disegnato da Fondazione Symbola nel Rapporto 10 verità sulla competitività italiana. E' innanzitutto opportuno sottolineare che l'Italia è uno tra i soli cinque Paesi a vantare un surplus manifatturiero oltre i cento miliardi di dollari (113 per la precisione), inoltre è uno tra i Paesi più virtuosi per quanto riguarda la crescita dell'export manifatturiero nel periodo caratterizzato dalla crisi economica: mentre l'Italia, tra il 2008 e il 2013, ha messo a segno un'espansione nelle esportazioni pari al 16,5%, Paesi come la Germania e la Francia hanno registrato valori più bassi (rispettivamente +11,6% e +5,9%), riducendo però il divario con appena un -0,3% e un +4,6% nel fatturato interno.
Tanto per fare un esempio: l'industria meccanica, tra i settori più performanti dell'intera industria italiana, è terza nella graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale. Con 53 miliardi di dollari di surplus l'Italia si piazza alla spalle solo di Giappone (+114 miliardi di dollari) e Germania (+126 miliardi di dollari).
Non solo, in base all'indice dell'International Trade Centre dell'UNCTA/WTO, (calcolato sulla base del saldo commerciale, dell'export pro capite, della quota detenuta nell'export mondiale e in base ai livelli di diversificazione di prodotti e di mercati), l'industria italiana della meccanica risulta la seconda più competitiva al mondo dopo la Germania. Si tratta di un settore che, tra le altre cose, vanta ben 235 prodotti (su un totale di 496) tra i primi tre posti delle classifiche per il surplus commerciale. Ben in 62 casi risulta leader del comparto.
L'Italia è tra i Paesi più competitivi al mondo anche se si allarga lo sguardo all'intero tessuto imprenditoriale: sono 935 i prodotti (su un totale di 5.117) grazie ai quali il nostro Paese conquista i primi posti delle classifiche per surplus commerciale (235 i primi posti).
Tutto ciò senza negare uno sguardo all'impatto ambientale: sono oltre 341 mila le imprese che negli anni della crisi hanno scelto di scommettere sulla Green economy. Il 22% del totale e il 33% delle industrie manifatturiere. Se prendiamo in considerazione solo quest'ultime si può notare come il 44% di esse esporti stabilmente contro il 24% registrato per quelle che hanno scelto di non investire in un economia a basso impatto ambientale.