Gli Stati Uniti sono riusciti a stabilire le responsabilità della Corea del Nord nel micidiale cyber-attacco subito dalla Sony Pictures alla fine di novembre grazie ad una intrusione, che risale al 2010, della National Security Agency (Nsa) nel network informatico nordcoreano. Lo scrive il New York Times citando ex funzionari americani e di altri Paesi, nonché esperti informatici successivamente informati dell'operazione e un documento della Nsa.
Nel timore delle crescenti capacità informatiche di Pyongyang, scrive il Nyt, la Nsa si è infiltrata nel network cinese che collega la Corea del Nord al resto del mondo e, attraverso le connessioni con la Malesia utilizzate di preferenza dagli hacker nordcoreani, è riuscita a penetrare direttamente nella rete di Pyongyang, con l'aiuto della Corea del Sud e di altri alleati americani.
Con un'operazione segreta, l'agenzia Usa, hanno affermato le fonti, è riuscita quindi ad inserire un malware in grado di tracciare il lavoro di molti dei computer e dei network usati dagli hacker nordcoreani, alcuni dei quali sono gestiti direttamente dal principale servizio di intelligence del Paese. Un'operazione che ha poi consentito di raccogliere le prove del coinvolgimento nordcoreano nell'attacco alla Sony.