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Greta e Vanessa, cinque mesi da incubo Trattativa sbloccata dopo un nuovo video

Per le due cooperanti una prigionia drammatica, tra minacce e brutali violenze

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Un incubo durato 5 mesi e mezzo, una prigionia in condizioni difficili: è quanto vissuto da Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite in Siria e tornate finalmente a casa dopo lunghe trattative. La svolta è arrivata tra sabato 10 e domenica 11 gennaio, quando i sequestratori accettano di girare un nuovo video (dopo quello diffuso a dicembre) come prova che le ragazze sono in vita.

Greta e Vanessa, cinque mesi da incubo Trattativa sbloccata dopo un nuovo video

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Greta e Vanessa
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Il video-appello al governo italiano
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Il rientro in Italia

Le immagini questa volta non dovevano finire in Rete: se qualcuno avesse fatto circolare il video, l'accordo per liberare Greta e Vanessa avrebbe potuto saltare. Fortunatamente tutto è andato liscio e l'intelligence italiana è riuscita a riportarle a casa. C'è chi parla del pagamento di un riscatto milionario, ma dall'Italia arriva una secca smentita.

Le due volontarie sono state cedute più volte da una banda all'altra, senza mai finire nelle mani dell'Isis. Banditi comuni le hanno tenute segregate. Durante questo periodo una delle due si è persino ammalata, ma ha ricevuto medicinali e antibiotici per curarsi.

Greta e Vanessa, polemiche sul riscatto

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