"Non saranno accettate vignette che offendano il decoro pubblico e la religione". E' quanto si legge al punto uno del regolamento del neonato premio "Carnevale in Satira: Je Suis Charlie" indetto dall'Agenzia del turismo di Manfredonia, in provincia di Foggia. E in Rete divampano le polemiche. L'hashtag #jesuischarlie è nato a sostegno della più completa libertà di espressione mentre il regolamento del premio, di fatto, fissa dei discutibili paletti.
Il Carnevale di Manfredonia, giunto alla 62esima edizione, scatterà il 17 gennaio. Ma c'è tempo fino al 13 febbraio per provare a vincere il primo "Premio Carnevale in Satira: Je Suis Charlie". A patto che i disegnatori non tirino in ballo le religioni, pena l'esclusione.
Il concorso - scrivono gli organizzatori - è stato indetto "in memoria delle vittime di cotanto atto terroristico". Ma, regolamento alla mano, non sembra un omaggio particolarmente appropriato. I disegnatori uccisi a Parigi il 7 gennaio, infatti, avevano fatto della satira verso le religioni, non solo quella musulmana, il loro marchio di fabbrica. Pagando con la loro vita questa scelta. Una strada che i sopravvissuti alla strage hanno deciso di continuare a seguire, come dimostrato dal nuovo numero del settimanale in cui è ritratto in copertina , ancora una volta, Maometto.