L'autorità islamica egiziana attacca la pubblicazione di nuove caricature di Maometto sul prossimo numero di Charlie Hebdo. "E' una provocazione non giustificabile", scrive la Dar el Iftaa de Il Cairo, l'ente che emette gli editti religiosi più noti come fatwa. Intanto a Peshawar, in Pakistan, alcuni manifestanti inneggiano agli autori della strage di Parigi: "Sono degli eroi, noi condanniamo la blasfemia di Charlie Hebdo", si legge su alcuni manifesti.
Alcuni dimostranti baciano lo striscione con i nomi dei fratelli Cherif e Said Kouachi, definiti eroi su un altro cartello dove i vignettisti uccisi vengono invece definiti "zero".
Gli islamici scesi in piazza definiscono blasfema la rivista satirica vittima dell'attacco. E in Pakistan si tratta di un reato punito con la pena di morte.
Giornali israeliani pubblicano vignetta, ira dei palestinesi - Rabbia tra gli islamici palestinesi per la nuova copertina di Charlie Hebdo, in cui il vignettista Luz mostra il profeta Maometto con la scritta: "Je Suis Charlie". La copertina del settimanale è stata pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz e, in tono più misurato, anche da Yediot Ahronot, Maariv e Israel ha-Yom. La reazione nel sito islamico palestinese Quds è stata immediata: ha offuscato la vignetta e ha accusato il giornale israeliano di aver "provocato" i fedeli musulmani nel mondo.
Gb, predicatore: "Atto di guerra, ci saranno ripercussioni" - Il nuovo numero di Charlie Hebdo con Maometto in lacrime è "un atto di guerra". Lo ha detto il predicatore integralista britannico Anjem Choudary. "Non è solo una vignetta: insulta, ridicolizza e provoca", ha proseguito, affermando che questa iniziativa di fronte a una corte della Sharia verrebbe condannata con la pena capitale. "Sono sicuro - ha concluso - che ci sarà qualcuno da qualche parte che si farà giustizia con le proprie mani, è inevitabile".