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Renzi: "L'Europa si decida a cambiare" Juncker ci promuove: "Buon lavoro"

Il premier chiude il semestre Ue: "Abbiamo fatto molto cercando di dare un'anima all'Ue". E sul terrorismo: "I nostri nemici non ci cambieranno la vita". Salvini polemico: "Il semestre italiano? Il nulla assoluto"

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"L'Italia se vuole stare nella competizione globale deve cambiare, in questi sei mesi abbiamo fatto molto". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Strasburgo, chiudendo il semestre italiano di presidenza Ue. "Noi italiani sappiamo che la nostra sfida non è qui ma a casa nostra", ha sottolineato il presidente del Consiglio, che ha poi salutato Giorgio Napolitano, "convinto europeista che in queste ore lascerà l'incarico al Quirinale".

Renzi: "L'Europa si decida a cambiare" Juncker ci promuove: "Buon lavoro"

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Renzi si congeda da Strasburgo

Salvini: "Semestre italiano? Il nulla" - Matteo Salvini ha al contrario commentato le parole di Renzi bocciando in toto la presidenza del nostro Paese: "Questo semestre di presidenza italiana è stato il nulla: lo dimostra quest'aula deserta. Oggi a degna fine di sei mesi chiacchiere. Auguri alla Lettonia che farà certamente meglio di questo semestre drammatico".

E durante l'intervento di Renzi in aula il leader leghista ha più volte interrotto urlando frasi del tipo: "E' il deserto, non ti ascoltano neppure i tuoi". Quando poi Renzi ha annunciato che avrebbe concluso citando Ulisse e Salvini e i suoi hanno risposto con un sonoro "buuu", il premier si è interrotto e ha ribattuto che "leggere più di due libri è difficile per alcuni di voi, lo capisco...".

Juncker: "Buon lavoro dell'Italia in Ue" - Una importante promozione al nostro Paese arriva dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che ha detto: "Sì, la presidenza italiana ha fatto un buon lavoro, è stata all'altezza, e spero che il governo italiano si ricordi delle sue ispirazioni nobili e che il suo popolo resti europeista" anche ora che il semestre è finito. Juncker ha chiuso il suo intervento dicendo in italiano "Viva l'Italia!".

Renzi: "Abbiamo cercato di dare un'anima all'Europa" - Il premier ha invece sottolineato che in questi sei mesi di presidenza "abbiamo cercato di dare un'anima all'Europa. Per noi l'Europa è libertà". E ancora: "A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a credere nell'investimento sulla flessibilità".

"O l'Europa cambia o diventiamo fanalino di coda" - Ha poi auspicato una netta inversione di rotta per l'Unione dicendo: "Credo che o l'Europa cambia marcia nell'economia o diventeremo fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente".

Subito dopo, il premier ha rivolto il suo omaggio al Capo dello Stato: "Giorgio Napolitano ha rappresentato anche in questi sei mesi la guida del nostro Paese: Giorgio Napolitano in queste ore lascerà il proprio incarico avendo compiuto un lungo percorso di cambiamento e avendo affrontato le difficoltà in Italia con l'intelligenza e la saggezza". Appena il premier ha pronunciato il nome del presidente della Repubblica, dall'assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è partito un lungo applauso.

"L'Europa non è una fortezza, ma una piazza" - Renzi ha poi detto che "il luogo dell'Europa non è la fortezza ma la piazza, non il conflitto e lo scontro ma il dialogo e l'incontro". E ha aggiunto che c'è "una demagogia imbarazzante" nel dibattito europeo: "C'è un'idea dell'Europa che serve al mondo da un lato e dall'altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza". E ha poi chiarito: "Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza. Non c'è sicurezza possibile senza libertà in Europa".

"I nemici non ci cambieranno la vita" - Il presidente del Consiglio ha poi dedicato una riflessione alle conseguenze degli attentati di Parigi dicendo che "i nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere: non possiamo consentirlo a nessuno". La "foto storica" della marcia di Parigi, ha continuato, non è quella dei leader ma del "popolo, in primo luogo francese": "immagini di uomini e donne che non si rassegnano a terrore e paura" perché "i nostri valori sono più forti degli attentati".

Il premier ha inoltre sostenuto l'importanza di integrazione e identità spiegando: "Il contrario di identità non è integrazione ma anonimato. Il contrario di integrazione è disintegrazione, rottura, distruzione". E ha aggiunto: "Qualcuno in queste ore arriva a dire che dobbiamo vivere impauriti e rannicchiati, ponendo identità e integrazione in contrasto, ma da italiano e uomo di sinistra dico che non lasceremo mai la parola identità a chi grida più forte perché è una parola bella, che esprime il senso profondo di essere europei: sono fiero delle mie radici".

Charlie, "il nemico è l'ideologia" - E ancora sugli attacchi in Francia ha dichiarato: "Oggi l'Ue ha il compito di identificare il nemico. Perché un nemico c'è e guai a chi finge di non sapere che ci sia. Ma invito quelli che dicono che il nemico è la religione a rileggere un grandissimo discorso fatto dal presidente egiziano, al Sisi: il nemico non è la religione ma quell'ideologia che punta a uccidere". E spiega che "il rischio che abbiamo non è non vedere il nemico ma che la paura ci possa immobilizzare, bloccare".

"Un errore l'Europa dei parametri" - Renzi ha poi ricordato che "l'Europa, costruita in questi anni, troppo spesso ha dato l'idea di essere troppo basata su economia, su vincoli e parametri: è stato un errore e il cambiamento della commissione Juncker negli ultimi sei mesi andava immaginato negli ultimi 6 anni".

"Con la demagogia non si governa" - Renzi ha chiuso il suo discorso dicendo: "Emozionati e responsabili, crediamo che l'Europa sia il vero luogo della sfida di domani. L'Italia, fedele al suo messaggio di civiltà, continuerà a lavorare perché l'Europa sia sempre più dei popoli e sempre meno della burocrazia".

E infine: "Il Parlamento Ue è a un bivio": se sceglie di "inseguire un messaggio demagogico potrà avere qualche punto in più", non sarà "in grado di governare l'Europa".

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