L'incubo della Francia si chiude nel sangue con un doppio blitz delle teste di cuoio. Uccisi i tre terroristi, morte altre quattro persone che erano state prese in ostaggio in un supermercato di Parigi dall'uomo che giovedì mattina ha aperto il fuoco in città uccidendo una poliziotta. "Le minacce non sono finite - dice Hollande parlando alla Nazione in diretta tv - ma ne usciremo ancora più forti". Ancora ricercata una 26enne.
La fuga dei due fratelli integralisti Cherif e Said Kouachi, avvistati in una stazione di servizio 24 ore dopo l'assalto alla redazione di Charlie Hebdo, finisce a Dammartin en Goele, una cittadina del Dipartimento della Seine-et-Marne. Sono da poco passate le 8.30 quando due detonazioni trafiggono la quotidianità del paese di novemila anime. Cinque elicotteri volteggiano. Rumore di sirene. Decine di camionette della gendarmeria e auto della polizia riempiono improvvisamente le strade. L'equazione per molti è presto fatta: la caccia all'uomo è arrivata in città.
I due tentano di rubare una macchina, ma qualcosa va storto e si barricano all'interno di una stamperia, nella zona industriale della cittadina. Le trattative durano ore, durante le quali i terroristi non si accorgono che all'interno dell'azienda, nascosto sotto uno scatolone, c'è un uomo di 27 anni che riesce a mettersi in contatto con la polizia.
Poco dopo l'ora di pranzo scatta un nuovo allarme a Parigi. Kalashnikov in pugno un uomo entra in un supermercato di prodotti kosher a Vincennes, periferia residenziale della capitale, prendendo in ostaggio una decina di persone, fra cui donne e bambini, e gridando ai primi agenti arrivati: "Sapete chi sono!". E' Amedy Coulibaly, il killer di Montrouge, l'uomo che giovedì mattina ha ucciso una poliziotta e poi si è dato alla fuga a Parigi.
L'uomo avrebbe ucciso subito quattro degli ostaggi, minacciando poi un massacro se fossero stati toccati i fratelli Kouachi. E' la conferma che i due commando sono in collegamento. Lo stesso Coulibaly lo ribadisce in una telefonata alla redazione di BFMTV (che l'emittente trasmetterà però solo nel tardo pomeriggio, dopo i blitz delle teste di cuoio): i fratelli terroristi avrebbero dovuto occuparsi "di Charlie Hebdo, io dei poliziotti".
La svolta arriva intorno alle 17. A Dammartin scatta l'assalto del Gign e del Raid, le unità speciali di gendarmeria e polizia. Si sentono prima le esplosioni. I due fratelli decidono allora di uscire allo scoperto sparando all'impazzata, ma vengono freddati a colpi di mitra. Dentro, illeso e ancora nascosto, il 27enne.
Quasi contemporaneamente entrano in azione le teste di cuoio a Parigi: risuonano le prime tre esplosioni, poi il silenzio e l'ultima scarica delle mitragliatrici. Dalle porte del negozio fuggono gli ostaggi. All'interno, a terra, restano i corpi del terrorista e delle quattro persone uccise dall'uomo. La sua compagna, Hayat Boumedienne, 26 anni, accusata di complicità nell'assassinio della poliziotta a Montrouge, sarebbe riuscita a fuggire, mescolandosi con gli ostaggi in fuga dal negozio kosher. Secondo altre fonti invece, non si trovava nell'edificio. Sarebbe tutt'ora ricercata.