E' stata effettuata l'autopsia sul corpo di Pino Daniele. Dai primi risultati si evince che l'artista è morto per "insufficienza cardiaca". I consulenti nominati dalla Procura di Roma hanno evidenziato anche una cardiopatia cronica. Sulle ultime ore del cantautore si indaga per omicidio colposo, la procura di Grosseto ha verificato la chiamata al 118 e ha accertato che la corsa in auto verso la Capitale è durata meno di un'ora.
"L'autopsia eseguita oggi è un'attività interlocutoria che non può dare risposte definitive", assicurano il professor Enrico Marinelli e la dottoressa Luisa Regimenti che hanno partecipato all'autopsia sulla salma di Pino Daniele in qualità di consulenti della moglie del musicista. Per avere un quadro completo saranno necessari "ulteriori accertamenti sui prelievi con esami istologici e di altra natura". "L'autopsia ha evidenziato quello che ci aspettavamo sulla pregressa malattia: una cardiopatia importante ed una condizione di compenso funzionale precaria", ha ribadito Marinelli. "Bisogna stabilire - hanno sottolineato i due medici - se nel momento critico in cui Pino Daniele ha avuto il malessere poteva essere soccorso meglio o no". Secondo i consulenti a tale scopo "saranno fatti ulteriori accertamenti sui prelievi che consentiranno esami istologici e di altra natura". Solo tali esami permetteranno "di avere un quadro completo". Gli esami saranno completati entro 60 giorni. I consulenti hanno confermato che la salma del musicista sarà cremata ma non sono in grado di precisare se in giornata stessa.
IL CARDIOLOGO - "Stava sufficientemente bene quando mi ha chiamato, poi tutto è precipitato. Non mi aspetto molto dall'autopsia", ha detto alla trasmissione Mix24 su Radio 24, il cardiologo Achille Gaspardone che aveva in cura Pino Daniele. "Domenica quando mi ha chiamato mi ha detto che aveva una sensazione di malessere - ha proseguito - Era molto sensibile e attento, aveva un senso di malessere, questo si'. Non mi ha trasmesso ansia di una situazione più grave del solito. Non particolarmente, era già successo parecchie altre volte in vent'anni. Ho parlato sia con lui che con la compagna e gli ho consigliato di chiamare l'ambulanza per essere portato al primo centro medico, che non è detto che sia il migliore centro medico, però questa è la prassi". Quindi, prosegue lo specialista, "credo che abbia chiamato e poi disdetto perché lui stava sufficientemente bene, era piuttosto stabile e preferiva andare in un ambiente dove era ben conosciuto e seguito da tanti anni, poi tutto è precipitato come può succedere nei casi di una forma di ischemia miocardica". "Personalmente - conclude Gaspardone - non credo che l'autopsia potrà dire qualcosa di più su questa tragedia, aspettiamo i dati".
POLEMICHE IN FAMIGLIA - Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato "le famiglie" dell'artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l'ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si è fermato durante la folle corsa dalla Maremma all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. "La 'signora', che era sola in macchina con lui e guidava, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli", ha tuonato la moglie Fabiola. "Non volevo l'autopsia per evitare un ulteriore oltraggio a Pino - spiega - ma ben venga se necessaria per stabilire che cosa è successo". Amanda, l'altra donna, distrutta dal dolore si limita a dire: "E' stato un grande amore". Dopo la polemica sui funerali e la disputa tra Roma e Napoli, Pino è stato salutato prima nella città di adozione e poi in quella di origine da amici, parenti, conoscenti e migliaia di fan.