IL DOCUMENTO

Yara: ecco l' "arsenale" bianco di Bossetti Oggetti senza nessuna traccia

Cutter, guanti da lavoro, telefonino e altri strumenti da lavoro: analizzati minuziosamente dai Ris, non hanno portato a nuovi indizi

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Ci sono dei cutter, delle lame usate in edilizia che - secondo l'accusa - sarebbero serviti all'assassino per uccidere. Ma anche gli attrezzi da lavoro e il telefonino che Massimo Giuseppe Bossetti aveva con sè la sera dell'omicidio di Yara Gambirasio. Quel telefonino che, ne sono convinti gli inquirenti, il muratore di Mapello avrebbe spento poco prima di rapire la 13enne di Brembate sopra il 26 novembre del 2010 e che, invece, secondo l'uomo in carcere dal 16 giugno dello scorso anno, si era semplicemente spento.

Eccoli, gli oggetti e gli effetti personali sequestrati a Massimo Bossetti dopo l'arresto dello scorso 16 giugno. Sono stati analizzati a lungo dai carabinieri del laboratorio di Parma. Senza trovare, però, alcun elemento che riconduca Bossetti a quell'omicidio. La battaglia della procura non è finita. Le lenti d'ingrandimento degli specialisti dell'Arma si sono concentrate su ogni minimo dettaglio. Anche il predellino del furgone è stato analizzato millimetro per millimetro alla ricerca di un traccia di Yara. Attenzione anche per quel telone che copriva i sedili dell'Iveco Daily.

Per ora ad incastrare il 44enne ci sono solo quelle tracce di dna isolate sul corpo della vittima e le immagini delle telecamere intorno al centro sportivo in cui Yara è stata rapita che mostrano il furgone del muratore in quella zona in un orario compatibile con il delitto. Le indagini vanno avanti, e queste analisi che hanno riguardano gli oggetti sequestrati a casa di Bossetti e sul suo furgone serviranno per comporre il difficile puzzle di indizi e prove in vista del processo.