La battaglia di Cassandra

Usa, 17enne col cancro costretta a fare la chemio: la battaglia legale di Cassandra

La ragazza sta lottando contro il Dipartimento dei bambini e della famiglia del Connecticut che la sta forzando a sottoporsi al trattamento per curare un linfoma

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Cassandra ha soltanto 17 anni ma sta combattendo contro un linfoma di Hodgkin e sta portando avanti una battaglia legale senza precedenti per affermare il diritto a decidere del suo corpo. Alla ragazza è stato diagnosticato il tumore lo scorso settembre e da allora il Dipartimento dei bambini e della famiglia del Connecticut (Dcg) la sta costringendo a sottoporsi a chemioterapia, nonostante dopo appena due sedute l'adolescente abbia deciso, con l'appoggio della madre, di sospendere il trattamento.

I funzionari del dipartimento pensano che la ragazza debba continuare le cure, forti del parere dei medici, secondo i quali Cassandra avrebbe circa l'80-85% di probabilità in più di sopravvivere se proseguisse con la chemio.

"Dopo un'udienza in cui sono stati ascoltati i dottori di Cassandra, il giudice ha ordinato di portare via da casa sua la ragazza e di tenerla sotto la custodia del Dipartimento", si legge nei documenti del tribunale. La corte ha pertanto autorizzato il Dfc a prendere tutte le decisioni sanitarie necessarie per conto della 17enne.

Cassandra e la madre sono convinte che il trattamento forzato costituisca una violazione dei loro diritti e hanno deciso di fare ricorso contro la sentenza in aula. "E' in gioco il diritto costituzionale di decidere in merito a cosa accade al proprio corpo, un fatto che il governo non può controllare", ha commentato l'avvocato della madre di Cassandra, Michael Taylor.

La linea di difesa del legale si basa sul principio del "minore maturo", che stabilisce che il tribunale deve innanzitutto verificare se il minore sia sufficientemente maturo o meno per prendere decisioni mediche in prima persona. La teenager ora ripone tutte le sue speranze nel massimo organo giudiziario del Connecticut, che si pronuncerà giovedì.

"Né la Corte Suprema dello Stato - ha aggiunto il legale -, né la Corte Suprema degli Stati Uniti, si sono mai pronunciate sulla questione. Quindi è molto importante non solo per la nostra cliente, ma per la legge in generale".