Pino Daniele è arrivato già morto all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Inutile la corsa in auto (frenata da una foratura a una gomma) dalla sua casa in Toscana, dove si era sentito male. In un primo momento era stata chiamata un'ambulanza ma poi è stata fatta tornare indietro. "Se portato a Grosseto poteva salvarsi", dice il fratello Carmine, mentre il cardiologo di fiducia ricorda che "la sua vita era appesa a un filo".
Da quanto appreso il cantautore ha accusato un malore domenica sera mentre si trovava nella sua casa in Toscana, in un podere isolato nelle campagne tra i comuni di Magliano e Orbetello (Grosseto), in Maremma. Intorno alle 21.15 è stato anche chiamato il 118 che, spiega la Asl di Grosseto, ha inviato un'ambulanza con un medico che però, prima di arrivare a casa del cantante, è stata fermata quando si trovava non lontano dall'abitazione.
Da quanto spiegato sempre dalla Asl, nel corso di una telefonata fatta dai sanitari dell'equipaggio, che chiedevano precisazioni sull'indirizzo, una decina di minuti dopo la richiesta di soccorso al numero che aveva allertato il 118, è stato spiegato che la persona che doveva essere soccorsa aveva deciso di andare a Roma.
Un viaggio probabilmente troppo lungo per quelle che erano le condizioni del cantante in quel momento. "Quando Pino Daniele è arrivato nel nostro ospedale la situazione era talmente grave che subito è stato sottoposto a rianimazione cardiorespiratoria - ha spiegato Carlo Saitto, direttore generale Asl Roma C Sant'Eugenio -, purtroppo però dopo pochi minuti si è constatato il decesso".
La corsa frenata da una foratura - A rendere ancora più beffardamente tragico quanto accaduto, c'è il particolare raccontato da un amico. "Il destino si è accanito contro Pinuzzo - ha spiegato Francesco, un amico del cantqante -: nella corsa verso Roma ha anche bucato una ruota dell'auto. E' successo sull'Aurelia, alla guida della macchina c'era il suo autista perché lui non guidava. Hanno perso del tempo prezioso".
Il cardiologo: "La sua vita era appesa a un filo" - La vita di Pino Daniele "era appesa a un filo e lui lo sapeva bene. Ogni giorno era un giorno di vita in più guadagnato". Sono le parole del cardiologo che aveva in cura il cantante, Achille Gaspardone, Direttore UOC di Cardiologia all'Ospedale S. Eugenio, che esprime "grandissima tristezza", pur sottolineando che "purtroppo, la fine era nell'evoluzione stessa della malattia" dell'artista. Il cardiologo ha anche confermato che il cantante "è giunto cadavere al Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Eugenio. Sono state fatte tutte le manovre di rianimazione ma Pino Daniele era già morto".
Il fratello: "Se portato a Grosseto poteva salvarsi" - "Il primo intoppo è stato non fermarsi all'ospedale di Grosseto. Poteva salvarsi". A dirlo è Carmine, uno dei fratelli di Pino Daniele, fuori l'obitorio dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. "Ho sentito Pino qualche giorno fa, dopo Capodanno, stava bene - ha continuato -. Purtroppo in famiglia siamo sei fratelli, tutti cardiopatici. Pino voleva farsi visitare dal suo cardiologo di fiducia, il primario di questo ospedale, un amico".