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Fiducia delle imprese: bene manifatturiero e commercio

Sono l'edilizia e i servizi, tra i settori più colpiti dalla crisi, a registrare giudizi negativi anche in chiave futura

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La buona notizia, per usare un eufemismo, è che nonostante le difficoltà registrate anche nell'ultimo trimestre il clima di fiducia delle imprese nell'ultimo mese dell'anno resta stabile (a 87,6). E, anzi, in alcuni casi migliora addirittura (nel settore manifatturiero ed in quello del commercio al dettaglio, ad esempio). Anche le attese per il futuro, inoltre, non sembrano così negative.

Le note stonate restano il settore dell'edilizia e dei servizi di mercato. Il primo è uno degli ambiti economici più colpiti dalla crisi (tante imprese hanno chiuso in questi anni, bruciando un numero rilevante di posti di lavoro). L'indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione, spiega l'Istat, scende a 72,3 da 73,7 di novembre. Migliorano, di poco, le attese sull'occupazione (da -28 a -27), ma peggiorano ulteriormente i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -49 a -53).

L'indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese dei servizi, invece, scende da 88,6 a 86,6. Migliora il saldo relativo ai giudizi sugli ordini, passato da -19 a -13, mentre peggiorano le attese, sia sugli ordini da -8 a -11, sia sull'andamento dell'economia italiana da -18 a -25 (molto, in questo caso, dipende dalla ripresa o meno dei consumi). Anche il terziario, in generale, è un settore che ha sofferto l'urto della crisi economica: da gennaio a ottobre 2014, il saldo tra aperture e chiusure delle imprese attive nel terziario è negativo di circa 78 mila unità, secondo l'ultimo Osservatorio sulla demografia delle imprese curato dall'Ufficio studi di Confcommercio. Solo nei servizi turistici, non a caso, aumenta il clima di fiducia (da 66,8 a 73,1) in tutte le sue componenti.

Le imprese manifatturiere proseguono il trend positivo. Nel mese di dicembre l'indice destagionalizzato del clima di fiducia si attesta a 97,5, da 96,5 del mese precedente. Migliorano sia i giudizi sugli ordini (da -25 a -24, il saldo) sia le attese di produzione (da 3 a 5). Il clima di fiducia migliora in tutte le aree geografiche (Nord-ovest, Nord-est e Mezzogiorno), eccezion fatta per il Centro dove scende lievemente da 93,6 a 93,5.

È interessante, infine, il dato che interessa il commercio al dettaglio. Nel settore, infatti, l'indice del clima di fiducia compie un balzo importante a 104,6 da 98,1, con la fiducia che migliora sia nella grande distribuzione (a 105,8 da 95,0) sia in quella tradizionale (a 104,2 da 101,2). Si tratta di un sentimento positivo che culmina tuttavia in chiusura di un anno non particolarmente favorevole. Soprattutto per la Gdo (Grande distribuzione organizzata) le cui vendite (quelle alimentari) ancora a ottobre registravano un calo dello 0,1% sul 2013.

Secondo un'indagine Nielsen, il fatturato della grande distribuzione è diminuito progressivamente, portando il comparto (che comprende super e iper-mercati, discount, liberi servizi e specialisti drug) a perdere il 2,1% tra gennaio e oggi, confermando perciò la dinamica del 2013. Ma stando alle attese – il saldo delle attese sulle vendite future passa da 19 a 31 – si può confidare in una timida ripresa a inizio 2015.

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