di necessità virtù

Marina, da maestra d'asilo a sarta Il suo consiglio? "Mettersi a fuoco"

Vi raccontiamo di questa energica 55enne veneziana, rimasta vedova con due figlie da mantenere e impegni economici da affrontare. Nel 2012 ha aperto la sua sartoria al femminile: "Un sogno che si avvera"

© tgcom24

Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai rischiato e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza.

"Metti a fuoco la tua vera passione, perseguila con il cuore e la testa, qualunque cosa accada": è questa la spinta che ha portato Marina Ferrari, 55enne veneziana, a realizzare il sogno di una vita, quello di aprire una sartoria al femminile. Un traguardo frutto di un percorso molto travagliato: rimasta vedova con una figlia adolescente e un'altra di 5 anni ormai 16 anni fa ha proseguito l'attività del marito fotografo, ma purtroppo l'avvento del digitale non le ha facilitato l'impresa. E in più c'era una famiglia da mantenere, impegni economici da rispettare e la scure della crisi...insomma, un mix micidiale. Ma Marina non si è arresa, anzi, ha deciso di reinventarsi partendo dalla sua grande passione: il cucito.

Così nel 2012 ha trasformato l'ex studio fotografico del marito in uno spazio di donne per le donne: Verdiana & Beniamina, un angolo segreto nel cuore di Milano che custodisce l'arte preziosa del "fatto a mano". Una sartoria dal sapore intimo dove sembra regnare un'unica parola d'ordine: l'accoglienza. "Per fare un abito non basta prendere le misure, tagliare e cucire - ci dice con un po' di fierezza - devi capire la cliente, capire cosa piace e non piace, scoprirla".

Perché una sartoria?
"La sartoria è arrivata dopo una lunga strada, in grande sintesi è come riscoprire da grandi il proprio talento di bambina dimenticato e farne un mestiere, un po' per forza e un po' per amore. Per forza, perché il punto di partenza è un lutto che mi cambia la vita: nel 1998 muore mio marito, io resto con due figlie da crescere e una suocera da accudire. Comincio prendendo in mano lo studio fotografico di Alberto, mio marito, ma è l'inizio della rivoluzione digitale in fotografia e il lavoro per gli studi come il nostro sono sempre meno Dovevo trovare un'altra strada. Penso a tutte le ore che ho passato a ricamare e fare a maglia, ai complimenti per quei lavori... Alla fine grazie al consiglio di un'amica partecipo alla prima mostra mercato con le mie prime creazioni, al Museo Diocesano di Milano...e così è cominciato tutto".

Intraprendere un'attività è una bella sfida...come hai fatto?
"Da un lato non avevo scelta, dovevo trovare un modo per sostenere la mia famiglia e la sartoria era lo sbocco più naturale. Dall'altro, sentivo che era un'occasione unica per mettere a frutto un talento e una passione che sentivo di avere, di usarlo per le persone a cui volevo bene. Ora le mie figlie sono grandi, la famiglia è più leggera, è cambiato tutto ma non la passione per questo lavoro. Hai avuto qualche "aiuto" economico...finanziamenti, sponsor?. "A oggi, nessun aiuto. Ho ancora debiti con le banche che sto pagando poco a poco, sempre con le mie forze".

Hai fatto corsi di cucito o sei autodidatta?
"A 15 anni ho fatto un vero e proprio corso di cucito, ma non è stato decisivo: la manualità con ago, ferri e uncinetto ce l'avevo dalla nascita".

Lavori da sola o con soci?
"Ho assunto una sarta, Doina, che ogni giorno arriva da Torino per lavorare da me ed è un vero braccio destro. Mi affianca nei piccoli accorgimenti tecnici che da autodidatta non potrei conoscere. Con lei ho potuto allargare l'offerta della mia sartoria, fino a proporre tutti gli elementi dell'abbigliamento femminile, rigorosamente fatti a mano e pezzi unici".

Mi racconti una tua giornata tipo?
"Molto variabile. La maggior parte dei clienti vengono su appuntamento perché vogliamo che la scelta dell'abito, le prove dei capi su misura, la scelta delle stoffe, siano fatte con calma e con il piacere di dedicarsi del tempo. Appena posso mi muovo alla ricerca di cose nuove e particolari, che abbiano una storia, come le stoffe e i pizzi antichi. Nella ricerca seguo l'istinto e le informazioni che mi colpiscono: tempo fa sono andata a trovare un'amica che abita nelle vicinanze di Ferrara e lì ho trovato delle tele tessute a mano straordinarie, perché quella in passato era una zona dove si lavorava la canapa. E' capitato che sapessi di una merceria storica che stava per chiudere a Sarzana e sono partita per recuperare tessuti. Il giorno che preferisco è il sabato, quando ho più tempo per studiare tessuti, pizzi, lane, passamanerie e creare cose nuove".

Che tipo di clientela si rivolge a te?
"Il tipo di clientela è varia. Il minimo comune denominatore è la voglia di sbizzarrirsi a creare insieme a me l'abito perfetto, insieme alla capacità di riconoscere la qualità, che è il tratto distintivo di ogni mio pezzo".

Un mestiere antico dal sapore romantico...la cosa che più ti gratifica del tuo lavoro?
"Tante cose, ma soprattutto il rapporto che si crea con ogni singola cliente. Per fare un abito non basta prendere le misure, tagliare e cucire: devi capire la cliente, capire cosa piace e non piace, scoprirla. E' l'unico modo, e il più bello, per poter creare qualcosa che si amalgami esattamente su di una persona, che diventi una seconda pelle. Quando incontro una persona che non vedo da tempo e mi dice: 'Marina quanto ho portato il tuo abito! Mi fanno tutti i complimenti!' ecco, in quel momento sono alle stelle. Poi c'è il piacere di lavorare, toccare, manipolare stoffe, pizzi, tessuti meravigliosi che mi emozionano sempre e per questo mi ritengo molto fortunata".

E quella che invece meno ti aggrada?
"Quando le persone non capiscono,quanto amore c'è in ogni abito, ogni cosa che propongo".

Come ti sei fatta conoscere?
"Facendo tantissimi chilometri per partecipare a fiere in tutta Italia che ho via via selezionato, con il passaparola che è sempre la miglior pubblicità. Da poco mi sono decisa ad aprire un sito internet e una pagina Facebook, così chi è curioso può cominciare a vedere già lì come lavoro, sapere quali fiere faccio e su quali nuovi tessuti o abiti sto lavorando. Un consiglio a chi deve reinventarsi... Metti a fuoco la tua vera passione, portala avanti con il cuore e la testa, arriveranno botte e lacrime ma tu ignorale e concentrati sull'entusiasmo che senti ogni mattina quando ti svegli, sapendo che farai il lavoro che ti piace".

Un consiglio a chi deve reinventarsi...
"Metti a fuoco la tua vera passione, portala avanti con il cuore e la testa, arriveranno botte e lacrime ma tu ignorale e concentrati sull'entusiasmo che senti ogni mattina quando ti svegli, sapendo che farai il lavoro che ti piace".