La riscossione della TARI, la tassa sui rifiuti, permetterà ai Comuni di incassare 8 miliardi di euro. Soldi che verranno utilizzati per lo smaltimento e la gestione dei rifiuti, una parte dei quali destinata al riciclaggio. Il cui incremento non avrebbe effetti positivi soltanto sull'ambiente. A beneficiarne, sostengono alcuni studi, sarebbe anche l'economia del Paese.
Una famiglia tipo dovrà sborsare complessivamente 8 euro in più, secondo un computo del Centro studi di Federconsumatori (282 euro della TARES contro i 290 della TARI). Ma l'incremento, spiega chi ha condotto l'indagine, diventa più consistente se si considera il periodo compreso tra il 2010 e il 2014. Negli ultimi quattro anni, l'aumento per un appartamento di 100 metri quadrati, abitato da un nucleo familiare composto da 3 persone, è stato del 20,65% (pari a 50 euro) e di molto superiore all'inflazione (7%).
L'aumento dell'ultimo anno permetterà ai Comuni di incassare 8 miliardi di euro, secondo le stime di Federconsumatori. Denaro che servirà per sostenere i costi di gestione e di smaltimento dei rifiuti, il cui riciclaggio ha un impatto (positivo) sull'economia del Paese.
Secondo il WAS Report 2014 di ALTHESYS, una società di consulenza strategica in campo ambientale, in Italia, il riciclo dei rifiuti urbani (inclusi acciaio, alluminio, carta, cartone, vetro, plastica, legno e i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ha permesso di evitare 9.144.541 tonnellate di CO2 soltanto nel 2013. Con un risparmio, calcolato sul costo delle emissioni di gas serra ai prezzi attuali del mercato europeo delle emissioni (ETS), di 56 milioni di euro. Un buon risultato nonostante la quota di rifiuti riciclati nel nostro Paese sia ancora bassa rispetto a molti partner dell'Unione europea.
Dal 1995 al 2012, secondo i più recenti dati dell'Eurostat, la quota dei rifiuti municipali che vengono riciclati o compostati nell'UE è passata dal 18 al 42%. In Italia, dove vengono prodotti 529 kg pro capite di rifiuti municipali annui (contro una media UE di 492 kg), la percentuale dei rifiuti riciclati (compresi quelli compostati) è del 38%. Leggermente lontana dalla media comunitaria del 42%.
Eppure riciclare il 50% dei rifiuti urbani prodotti in tutta l'Unione europea, potrebbe ridurre le emissioni di CO2 per 103 tonnellate con un ritorno in termini economici di circa 643 milioni di euro, stando ad una stima contenuta nel WAS Report.
Tra i Paesi dell'Unione europea, il nostro non è quindi tra quelli più virtuosi. Soltanto lo scorso mese, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha sanzionato l'Italia per non aver adempiuto ad una sentenza del 2007 che ci condannava per non aver rispettato le normative comunitarie sulla gestione dei rifiuti e delle discariche (218 delle quali non conformi alle direttive europee, come denunciato dalla Commissione UE nel 2013).
Oltre a pagare una multa forfettaria di 40 milioni di euro, l'Italia dovrà versare una penalità di 42,8 milioni di euro per ogni semestre (a partire dal 2 dicembre) fino all'esecuzione della sentenza del 2007. Soldi che possiamo, almeno in parte, recuperare: dalla penalità verranno infatti detratti 400 mila euro per ogni discarica con rifiuti pericolosi messa a norma e 200 mila per ogni altro tipo di discarica bonificata.
La situazione è migliore di quella certificata e denunciata dall'Unione europea, assicura comunque il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. Delle 218 discariche contestate dalla Corte di Strasburgo, 48 sono state bonificate, quelle sottoposte ad interventi di ripristino ancora in corso sono 115. Ventinove, spiega ancora il ministro, risultano finanziate con il Piano straordinario di bonifica. Mentre per le restanti 16 si è in attesa dei 54 milioni necessari mancanti per l'avvio degli interventi.