Mercato degli smartphone

Cresce ancora il mercato degli smartphone: +20% delle vendite

Low cost è la parola d’ordine. Per questo sono i marchi cinesi a trainare un mercato che vede scendere le quote dei device più noti

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Il mercato degli smartphone continua a crescere, tanto da esser arrivato a coprire una quota di mercato pari al 66% dell'intero comparto della telefonia mobile. Il merito è soprattutto dei dispositivi Made in China che, sacrificando leggermente alcune prestazioni, consentono al settore di puntare su clienti che non hanno intenzione di spendere le cifre esorbitanti proposte dai marchi più in voga.

Insomma, telefoni smart all'incirca allo stesso prezzo dei cellulari tradizionali. Non è un caso che ogni tre cellulari venduti, in due casi si tratti di smartphone. Secondo Gartner, società di ricerca e analisi nel campo dell'Information Tecnology, nel terzo trimestre del 2014 la vendita di telefoni "intelligenti" è cresciuta del 20% a discapito dei telefonini tradizionali, che hanno registrato un calo del 25%.

Nel corso del periodo preso in considerazione da Gartner i dispositivi venduti sono stati 301 milioni, cifra che entro la fine dell'anno potrebbe arrivare a 1,2 miliardi. Se il mercato dovesse confermare questo trend, entro il 2018 gli smartphone arriverebbero a conquistare una quota di mercato pari al 90%.

Nonostante il mercato abbia riscontrato una crescita, alcune tra le aree più avanzate al mondo, come gli Stati Uniti e l'Europa dell'Ovest, hanno invece registrato segni meno. Il trend positivo del mercato degli smartphone si deve infatti alla crescita nelle economie emergenti. Dall'analisi di Gartner si può notare come le vendite statunitensi di smartphone siano calate, nel terzo trimestre, di oltre il 18,9%, più lieve il calo delle vendite in Europa: poco sopra il 5%. Un dato simile è stato registrato anche in Italia, dove il fatturato del settore della telefonia è sceso del 5,8% rispetto al terzo trimestre del 2013, riflettendo un calo riportato sia dai telefoni tradizionali che da quelli smart.

Uno studio condotto dalla Boston Consulting per Google su Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna, spiega che nel 2013 il mercato del mobile dei cinque Paesi è valso 92 miliardi di euro e ha dato lavoro a oltre 250 mila persone. Le stime indicano una crescita a 230 miliardi di euro da qui al 2017.

Dei cinque paesi presi in esame dall'analisi l'Italia è quella più indietro: dei 92 miliardi di fatturato del 2013 il contributo del nostro Paese è di soli undici miliardi, contro i 29 del regno Unito, i 24 della Germania, i circa 17 della Francia e i 12 della Spagna. In Italia il settore del mobile Internet, utilizzato secondo l'Istat da oltre 11 milioni di persone, che si tratti di pc portatile (nel 22,4% dei casi), cellulare o uno smartphone (nel 35,4%) o altri dispositivi mobile (6,7%), potrebbe arrivare a valere 24 miliardi di euro nel giro di tre anni.

Dando un'occhiata alle quote di mercato dei singoli marchi l'ascesa degli smartphone cinesi appare evidente: nel terzo trimestre solo la Huawei ha venduto oltre 16 milioni di smartphone riportando una crescita del 26% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In Italia la Huawei Business Group ha superato il milione di consegne.

Il numero totale delle vendite di dispositivi prodotti in Cina è di 111,1 milioni (in crescita del 5,6% sul trimestre precedente e del 44,1% sullo stesso periodo del 2013). Il 39,2% di questi, circa 43 milioni di dispositivi sono stati venduti nei mercati esteri facendo registrare alle spedizioni un aumento del 7,5% sul secondo trimestre e del 53% su base annua.

Numeri che consentono agli smartphone cinesi di occupare tre posizioni su cinque nella top five degli smartphone più venduti. Al primo posto si conferma la Samsung con una quota di mercati del 24,4% (contro il 32,1% del 2013), al secondo l'Apple con il 12,7% (contro il 12,1%), le cinesi Huawei, Xiaomi e Lenovo si piazzano invece al terzo, quarto e quinto posto con quote rispettivamente del 5,3% (contro il 4,7%), 5,2% (1,5% nel 2013) e 5% (in lieve calo rispetto al 5,2% dello scorso anno).