On the road

Israele: un viaggio affascinante tra deserti e città

Il diario di un'esperienza suggestiva, fra tradizioni, modernità e luoghi naturali di grande bellezza

© ufficio-stampa

Metti una sera a Gerusalemme: dopocena di un giorno a caso in un ristorante carico di profumi con i tavoli affollati. Parcheggiate fuori ci sono dieci biciclette, con le quali ci si era arrampicati per tutta la mattina sui sentieri dei boschi di cedri in Galilea, al confine del Libano. La guida ci aveva promesso un'insolita pedalata notturna nella città vecchia. La serata è fresca, ma a novembre è un grande piacere pedalare come da noi in estate.

L'avvicinamento è suggestivo perché la città, che sorge in cima ad una collina, pare quasi deserta e le luci giallognole la rendono ancor più attraente. L'età la si vede tutta dalle mura e dalle grandi porte d'entrata testimoni da secoli del passaggio di civiltà. Si percorrono le strette strade ciottolate dove si affacciano vetrine senza soluzione di continuità che di giorno si animano come un grande suk, traboccanti di turisti e pellegrini. Nella notte il silenzio è spettrale e il rumore delle ruote è una piacevole melodia alle nostre orecchie mentre il pensiero va alle tante persone che hanno camminato sul selciato antico, dai romani ai crociati. Finchè non si ha questa esperienza non ci si può rendere conto del misticismo e dell'energia che si respira in questa straordinaria città che, nonostante il peso di contraddizioni ed esagerati luoghi comuni, ha un fascino che forse anche le grandi capitali europee non riescono ad offrire.

Alla luce del giorno questa sensazione è ancora più forte perché l'equilibrio delle tre religioni monoteiste è tangibile con la presenza di tanti pellegrini cristiani mescolati ai riconoscibili ebrei ortodossi e ai numerosi arabi che gestiscono negozi e ristorantini. L'equilibrio col quale riescono a convivere è facilmente percepibile dalla stretta vicinanza fra moschee, sinagoghe e chiese, compresa quella del Santo Sepolcro che forse non ha eguali per sacralità. Anche la melodiosa preghiera del muezzin dalla cima del minareto crea un'armonia che fa di Gerusalemme una città veramente speciale.

Dopo i boschi del nord e l'inconsueta pedalata notturna, il parco Ben Shemen Forest è stata l'area di un'altra grande giornata di bicicletta. È uno spazio dove alcune centinaia km di piste si intersecano fra boschi e colline, alcune piuttosto basiche, ma altre molto impegnative e tecniche. Qui c'è la maggior concentrazione di bikers israeliani grazie alla equidistanza fra Tel Aviv e Gerusalemme. Scendendo verso sud boschi e aree verdi finiscono e inizia il grande deserto del Negev che prende man mano il sopravvento con panorami aspri, fatti di montagne rossastre, wadi sassosi fino a trovare nell'interno le dune di sabbia finissima: il paradiso per ogni tipo di ciclista, dove il continuo sali-scendi accontenta la voglia di saltare di gravity e freerider o chi ama il cross-country ha piste infinite sulle quali poter macinare chilometri. Il progetto di creare una pista segnalata, con diversi tratti resi pedalabili anche in zone altrimenti impraticabili, è a buon punto: mancano solo pochi tratti per rendere completa la via che da Eilat, il punto più a sud affacciato sul mar Rosso, risale verso nord attraversando tutto il deserto zigzagando nel Sinai fino alle aeree abitate dove altre piste si congiungeranno per permettere l'attraversamento completo del paese in senso longitudinale.

All'inizio del Negev, Mitzpe Ramon è un'affascinante cittadina costruita sul lembo di un cratere che, nonostante l'apparenza di vulcano, si è creato in maniera naturale. Il panorama che offre è molto forte: il precipizio è di 450 m e il diametro arriva fino a 35 km. Con le bici si può pedalare anche sul bordo su pietraie e piste di vario livello, dalle più impegnative a quelle più facili e adatte a tutti, oppure si possono imboccare i numerosi sentieri che scendono verso il fondo per risalire attraverso anelli che offrono molteplici possibilità. Un fantastico hotel 5 stelle, uno dei più lussuosi d'Israele, quasi mimetizzato sul bordo, offre un relax post ciclistico straordinario con tutte le stanze, la piscina, il ristorante e bar con vista cratere.

Addentrandosi ancor di più nel Negev in direzione sud, la grandiosità del deserto prende il sopravvento. Si sale e si scende di continuo, a volte anche su piste piuttosto ripide, senza mai incontrare altro che le balise di sasso che sono un grande sollievo quando si pedala nel deserto. Le piste del deserto sono tante ma la principale, quella del progetto che collega il nord col sud, conduce verso piccoli insediamenti dove la alcuni kibbutz hanno organizzato accoglienze per i ciclisti o addirittura programmi di più giorni per pedalare sulle varie piste intorno al kibbutz con le esperte guide locali. L'esperienza del soggiorno in kibbutz dovrebbe essere irrinunciabile per chi va in Israele perché, oltre a sperimentare un aspetto veramente unico, si ha la possibilità di avere una convivialità altrimenti impossibile. Anche la cena è una festa, più vicina d un “pranzo di nozze” che ad un normale pasto. Il tavolo è sempre all'esterno (siamo nel deserto) e unico. Il cibo è su grandi vassoi e come in famiglia si prende quanto si desidera. In queste cene il cibo è quello tipico della cucina multietnica con tanti piatti della tradizione araba e libanese. I falafel, mangiati come usano i locali, nella pita calda e affogati nell'hummus o nella tahina, con o senza insalata o verdure varie, sempre abbondantissime sulle tavole israeliane. Presenza fissa anche delle olive di veri tipi, saporitissime, o i formaggi morbidi di capra conditi con abbondante olio d'oliva. Cibi molto appetitosi e profumati, che si prestano ad essere combinati fra loro con facilità, ideali per quando si è affamati dopo una giornata di bici. Anche il caffè rappresenta una esperienza originale: fatto alla turca, con la polvere che si deposita sul fondo dopo la bollitura, ma la miscela prevede anche una certa dose di cardamomo che dà un profumo un po' più dolciastro ma piacevole dopo i sapori inconsueti.

La fine della pista conduce a Eilat, una località totalmente votata al turismo grazie al clima caldo tutto l'anno e al Mar Rosso che offre bagni e immersioni. Qui vita notturna e balneare offrono la miglior conclusione del viaggio che ogni giorno ha mostrato paesaggi e terreni completamente differenti.

Il diario di viaggio è proposto da Viagginbici (www.viagginbici.com), il magazine del turismo sostenibile, che ci fa vivere un'avventura emozionante tra luoghi ricchi di storia e bellezze tutte naturali.