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In Egitto da tre mesi per trovare la figlia: "Ridatemi Sara oppure muoio"

L'appello di Sandra Fardella perché l'Italia si interessi alla sottrazione della minore da parte dell'ex compagno. Il suo avvocato parla per lei ai microfoni di Tgcom24

tgcom24

Sandra Fardella è una mamma disperata, pronta a dare la propria vita per riportare in Italia la sua piccola Sara, nove anni e una storia troppo pesante per le spalle di una bambina. Nel 2010, il padre egiziano, già separato dalla madre, l'ha rapita e portata con sé al Cairo interrompendo ogni contatto con l'Italia.

Sandra - che secondo due tribunali, uno italiano e uno egiziano, ha l'affidamento legale della figlia - è ora nel paese nordafricano per tentare con ogni mezzo di trovarla e di sottrarla a un padre vicino agli integralisti islamici. In un video messaggio divulgato non più tardi di ieri da Corriere.it, la mamma milanese faceva sapere: "Sono da tre mesi in Egitto. Voglio riprendermi mia figlia. Dicono che è in un villaggio in mano ai terroristi. Nessuno mi aiuta, ho paura. Se non mi fanno fuori loro, la faccio finita io. Senza Sara non vivo".

La situazione è davvero al limite e il legale della donna, Lorenzo Puglisi, si dice sinceramente preoccupato che le possa succedere qualcosa di terribile. Ai microfoni di Tgcom24 l'avvocato confessa: "È pronta a immolarsi per la sua causa. Non ha nulla da perdere. Vuole solo riportare a casa la bambina. Spero solo che non si affidi a persone che la mettano in pericolo. Senza una risposta dello Stato italiano rischia davvero grosso".

Come ricostruisce l'avvocato Puglisi, la battaglia di Sandra comincia quattro anni e mezzo fa quando il papà di Sara la porta a Malpensa e da lì a Parigi e infine al Cairo. Il giorno del "rapimento" fa una sola telefonata alla ex compagna per minacciarla con una frase lì per lì ambigua: 'Guarda cosa ti combino'. La bambina prova a parlare con la madre, ma subito le viene strappapa la cornetta dalle mani. Da quel momento è silenzio totale. Oggi non sappiamo nemmeno se Sara comprenda ancora l'italiano né cosa le sia stato detto della mamma".

Cosa hanno prodotto le ricerche portate avanti dall'instancabile di Sandra?
"L'unica cosa certa - prosegue Puglisi - è che il padre è affiliato a una cellula terroristica o comunque alla criminalità locale dell'Egitto meridionale quindi esistono problemi complessi per organizzare un blitz di recupero della bambina. La signora ha rilasciato dichiarazioni drammatiche tipo 'Rimango qui, piuttosto mi faccio ammazzare' e questo rischio è concreto visto che il padre è un criminale anche per le autorità egiziane sui cui pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minore".

Perché allora non si riesce a recuperare Sara? "Da un punto di vista puramente legale abbiamo le carte in regola per riportare la piccola in patria. Ma dalle autorità italiane manca una presenza operativa sul posto. ll tema delle sottrazioni internazionali di minori viene considerato dalla politica come argomento di serie B. E poi bisogna riconoscere che c'è pure un problema di carattere economico: organizzare un blitz in un paese difficile, coinvolgendo l'intelligence, costa. A questo si aggiunga che ultimamente si sono avvicendati tanti ministri degli Esteri che hanno avviato indagini che poi però non sono arrivate ad alcun risultato. L'estate scorsa si era parlato di un blitz, poi nulla".

Cosa pensa di fare Sandra in Egitto? La signora Fardella è in Egitto, priva di protezione, sola, in un territorio, quello meridionale, in mano a tribù beduine dove nemmeno l'autorità locale ha un vero potere di controllo. Ho provato a dissuaderla dal partire e piuttosto ad agire di concerto con il consolato italiano molto attento al nostro caso, ma lei è stata irremovibile. Abbiamo ricevuto tante proposte da parte di pseudo mercenari privati che si sono offerti di proteggerla: le ha prese in considerazione ma non le ha accettate per una questione economica, ma anche per non traumatizzare la bambina e per non metterla in pericolo".

Dove potrebbe essere Sara? "Fino a un paio di anni fa pensavamo che fosse nel paese natale del papà. Nel momento in cui sono iniziate le verifiche sul posto, è stata trasferita di villaggio in villaggio.I disordini politici che l'Egitto ha vissuto negli ultimi anni (dalla primavera araba all'avvicendarsi di tre governi) hanno complicato la situazione. Le ultime notizie ricevute dalla signora Fardella sembrano aprire uno spiraglio di speranza: il ministro Gentiloni in persona ha contattato le autorità egiziane per sollecitare un eventuale operazione di salvataggio della bambina, ma il console Fava non ha ancora comunicato una tempistica presica per il blitz".

Nella serata di ieri, in effetti, con una nota della Farnesina il ministro ha ammesso: "Sono rimasto profondamente colpito dalle parole e dalla determinazione della madre di Sara Ammar. Seguo il caso con la massima attenzione. Stiamo lavorando intensamente per cercare di risolverlo".

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