Pinocchio, Dante Alighieri, il San Paolo di Caravaggio, il San Luca del Guercino o i Prigioni di Michelangelo (solo per citarne alcuni): Ontani ne ha vestito i panni, si è calato nella loro identità, ha poi documentato questa sua trasformazione con scatti fotografici di vario formato e ha dato a tutti loro nuova vita.
Un tempo li avrebbero forse chiamati tableaux vivants, oggi si potrebbe usare un ossimoro e definirli “performance fisse”, sta di fatto che Ontani ha prestato un volto e un corpo (i suoi) a personaggi che spesso appartengono al mito, alle favole, al folklore. Sono figure senza tempo, senza luogo e senza fisionomia e a volte anche senza sesso. Ontani ne ha indossato la maschera, ne ha ripercorso la storia, ha conferito loro sostanza e, quando è stato necessario, ha dato unità agli opposti sovrapponendoli o compenetrandoli, come nel dittico EvAdamo del 1973-2004.
Alle origini di tutto (e la ricerca dell'origine è un altro motivo tipicamente ontaniano) c'è ironia, paradosso, ma anche una temporanea e affascinante sospensione del confine tra vero e non vero, oltre che un forte senso estetico del corpo, del tempo e della storia. “Gli invidio di passare sulla terra con quelle scarpe di boa dall'enorme suola con infinita leggerezza e ironia", ha detto di lui Goffredo Parise. Ed è così. Eccentrico, ambivalente, raffinato e colto, Ontani sa guardare il mondo con meraviglia e nulla lo diverte di più che vestire i panni altrui, ma sempre con classe e filosofia, come un principe.
Luigi Ontani. "er" "SIMULACRUM" "amò"
Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo
3 ottobre - 11 gennaio 2015
per informazioni: www.gamec.it/it/mostre/luigi-ontani-er-simulacrum-amo