"Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno". Salvatore Buzzi, braccio destro e sodale di Massimo Carminati nella cupola affaristica che ha avvelenato Roma, svela in un'intercettazione qual è il suo business. Anche il telefono di Massimo Carminati, sotto controllo, rivela il loro potere. Il capo di Mafia Capitale si autodefiniva il "Re di Roma".
"Gli immigrati rendono più del traffico di droga" "Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno". Salvatore Buzzi, braccio destro e sodale di Massimo Carminati nella cupola affaristica che ha avvelenato Roma, intercettato svela qual è il suo business principale. Lui, signore delle coop, lo dice chiaramente in un'intercettazione allegata all'ordinanza: "il traffico di droga rende meno".
L'affare dei centri di accoglienza per rifugiati e immigrati è, secondo la Procura di Roma, garantito dall'ex vicecapo di gabinetto all'epoca del'amministrazione Veltroni, Luca Odevaine, descritto nell'ordinanza come "un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell'emergenza immigrati". Ancora nell'ordinanza si legge che Odevaine "utilizzasse i propri contatti istituzionali per suggerire soluzioni ed indirizzare le autorità competenti ad assecondare le indicazioni dallo stesso suggerite, dirette ad agevolare gli interessi degli imprenditori che con lo stesso condividevano interessi di natura economica, ed avvalendosi del credito garantito anche della sua qualificata posizione istituzionale nell'ambito del Tavolo di Coordinamento Nazionale".
Il "mondo di mezzo" di Mafia Capitale E' un "mondo di mezzo" quello dove opera "Mafia Capitale", un luogo dove - scrivono i magistrati - "si compongono equilibri illeciti tra il 'mondo di sopra', fatto di colletti bianchi, imprenditoria e istituzioni, e il 'mondo di sotto', fatto di batterie di rapinatori, trafficanti di droga, gruppi che operano illecitamente con l'uso delle armi". E' lo stesso Carminati - il "pirata", o il "cecato", l'ex Nar considerato dagli inquirenti "uno dei più autorevoli e pericolosi esponenti" della nuova mafia romana - a spiegare in un colloquio intercettato il concetto, a descrivere il funzionamento dell'associazione e del suo ruolo di "cerniera - affermano i pm - tra il mondo della illegalità e quello della (apparente) legalità". L'intercettazione (con Riccardo Brugia e Cristiano Guarnera, due degli indagati) risale al 12 dicembre 2012.
omissis
Carminati: è la teoria del mondo di mezzo compà. ....ci stanno.. come si dice.. i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo
Brugia: embè.. certo..
Carminati: e allora....e allora vuol dire che ci sta un mondo.. un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici cazzo come è possibile che quello...
Guarnera: (incomprensibile)
Carminati: come è possibile che ne so che un domani io posso stare a cena con Berlusconi..
Brugia: certo... certo...
Carminati: cazzo è impossibile.. capito come idea? ... è quella che il mondo di mezzo e' quello invece dove tutto si incontra. . cioè.. hai capito?... allora le persone.. le persone di un certo tipo
Guarnera: (inc.)
Carminati: di qualunque cosa... .si incontrano tutti là. . .
Brugia: di qualunque ceto. .
Carminati: bravo...si incontrano tutti là no?.. tu stai lì...ma non per una questione di ceto per una questione di merito, no? ...allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le puo' fare nessuno. .
Brugia: certo...
Carminati: questa è la cosa... e tutto si mischia
Brugia: e certo..
"Sono il Re di Roma, in strada comandiamo noi" Era il 14 dicembre 2012 e Carminati discuteva con Carlo Pucci - anche lui arrestato - lamentandosi dell'Ad di Eur Spa, Riccardo Mancini. Un loro uomo, secondo l'inchiesta, pure lui finito dentro. Per un mancato pagamento alle coop sociali di Salvatore Buzzi, braccio destro "imprenditoriale" di Carminati, quest'ultimo diceva a Pucci di ricordare a Mancini che era "un sottoposto". E aggiungeva: "Vede io che gli combino.. a me non mi rompesse il cazzo.. a me me chiudesse subito la pratica là". E poi: "E' il Re di Roma che viene qua, io vado ... entro dalla porta principale". In un'altra intercettazione Carminati diceva "passo le 'stecche' (la sua parte, a Mancini, ndr) per i lavori che fa, però l'altro giorno gli ho menato".
Carminati come Evangelisti: "Che te serve?" "Che te serve, cosa posso fare?". Massimo Carminati nelle telefonate con i suoi referenti usava un'espressione che ricordava quella resa famosa da Gaetano Caltagirone che, si narra, rispondesse alle telefonate dell'allora sottosegretario Dc Franco Evangelisti con un diretto "A Frà, che te serve?". "Che te serve? - si legge in un'intercettazione dell'ex estremista di destra al telefono -. Movimento terra, attacchinaggio manifesti? Te lo faccio io. Se vengo a sapere che te lo fa un altro è fastidioso...".
"Gli imprenditori devono essere nostri esecutori, devono lavorare per noi", diceva Carminati a Salvatore Buzzi, suo braccio destro 'imprenditoriale'. "L'organizzazione voleva acquisire le attività economiche - ha detto il procuratore aggiunto Michele Prestipino - cioè a Roma soprattutto appalti e rapporti con la pubblica amministrazione. Questo era l'obiettivo dell'organizzazione, che usava il metodo mafioso come al Sud".