GIORNATA MONDIALE

Aids, obiettivo "zero morti" entro il 2030 Oms: "Colmare il gap coi Paesi poveri"

In Italia c'è ancora ignoranza sulle modalità di trasmissione, specie tra i giovani

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Bisogna eliminare il gap tra Paesi ricchi e a basso reddito nella lotta all'Aids, per sconfiggere la malattia entro il 2030. Lo afferma l'Organizzazione mondiale della sanità, che l'1 dicembre celebra il World Aids Day in tutto il mondo. Secondo le cifre aggiornate dell'agenzia nel 2013 sono morte nel mondo 1,5 milioni di persone per l'Aids, e ci sono state due milioni di nuove infezioni, il 70% delle quali nei Paesi in via di sviluppo.

Obiettivo "zero morti" nel 2030 - Attualmente quasi 13 milioni di persone sono in terapia antiretrovirale, circa un terzo dei 35 milioni di malati che ne avrebbero bisogno. Nei Paesi a medio e basso reddito è grave la situazione dei bambini, di cui solo il 25% riceve la terapia.

Secondo il nuovo piano adottato da UnAids, l'agenzia Onu dedicata alla malattia, se si riuscirà a fare la diagnosi nel 90% dei sieropositivi, a metterne il 90% in trattamento e a ridurre la carica virale nel 90% di questi entro il 2020 si potrebbe raggiungere l'obiettivo di "zero nuovi casi" e "zero morti" nei dieci anni successivi.

La metà di chi è infetto non lo sa - Gottfried Hirnschall, che dirige il dipartimento Hiv dell'Oms, spiega: "Circa metà di tutte le persone che nel mondo vivono con l'Hiv non sanno ancora di avere il virus. Serve uno sforzo comune per offrire il test alla popolazione più ampia possibile, e un focus sulle cosiddette "popolazioni chiave", omosessuali, lavoratori del sesso, tossicodipendenti".

Tasse su transazioni finanziarie per avere fondi - Le Ong europee hanno lanciato una campagna per l'utilizzo di una parte della tassazione delle transazioni finanziarie (Ttf) proprio alla lotta alla malattia.

Stefania Burbo, portavoce dell'Osservatorio Aids, spiega: "Mancano all'appello del Fondo Globale per la Lotta all'Aids, Tbc e malaria, il principale finanziatore nel campo della salute globale, 2,5 miliardi di dollari per contrastare efficacemente le tre pandemie. La Tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe contribuire a ridurre questo gap finanziario".

Italiani ignoranti - In fatto di Aids gli italiani mostrano ancora parecchia confusione e ignoranza. Sei su dieci non sanno che il termine per considerare definitivo l'esito del test è tre mesi e non più sei. E c'è ancora un 6% che crede che i rapporti sessuali non siano un veicolo di contagio. E' quanto emerge da un'indagine condotta dalla Lega italiana per la lotta all'Aids con l'Università di Bologna.*§

E' emerso che solo 1 persona su 3 conosce la TasP (Treatement as Prevention), cioè l'uso dei farmaci antiretrovirali per diminuire il rischio di trasmissione dell'Hiv da parte di chi è già sieropositivo. Ci sono "leggende" che sopravvivono. Quattro su dieci infatti sopravvalutano il rischio di contagio accidentale, 1 su 10 crede che la puntura delle zanzare possa trasmettere il virus e che lo scambio di siringhe sia la modalità di trasmissione più diffusa in Italia. Il 4-6% inoltre considera non a rischio i rapporti penetrativi anali e vaginali.

Tendenzialmente sono i giovani con meno di 30 anni ad avere le conoscenze meno accurate. Per questo fino al 7 dicembre Lila ha avviato una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi con sms solidale al 45508 per sostenere il progetto "Donna - prevenzione al femminile".

Un'app per i giovani - La Regione Toscana, in collaborazione con Asl 4 di Prato e Fondazione Sistema Toscana, ha ideato una app rivolta ai giovanissimi, per un sesso consapevole e sicuro.

Si chiama "I love safe sex" è scaricabile gratuitamente e contiene un dizionario ragionato con le più comuni patologie sessualmente trasmissibili, 10 domande a cui trovare subito una risposta, dall'uso corretto del preservativo ai dubbi sull'affettività e il rapporto con gli altri, al test dell'Hiv.

Equality Italia: "Solo manfrine istituzionali" - Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, associazione per i diritti civili, afferma che la Giornata mondiale di lotta contro l'Aids in Italia "continua a essere celebrata con abbondanti dosi di retorica e ipocrisia. Da decenni inutilmente si chiedono l'abbattimento dei costi del preservativo, la predisposizione nei luoghi di alta aggregazione giovanile di macchinette distributrici. Anche quest'anno, quindi, assisteremo alle solite manfrine istituzionali, che in realtà coprono una volontà di assoluta inazione".