FEBBRE ANCORA ALTA

Ebola, il medico contagiato è stabile "Cammina ed è forte, buon segno"

Dall'ospedale Spallanzani di Roma, dove l'uomo è in cura, fanno sapere che il trattamento sperimentale a cui è sottoposto "è stato ben tollerato". No rischi per la comunità

© ansa

Il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola è stabile ma ha ancora la febbre a 38,5 gradi. Tuttavia "non presenta nuovi sintomi caratteristici della malattia, in particolare non ha segni emorragici". Lo hanno reso noto i medici dell'ospedale Spallanzani di Roma, in cui l'uomo è stato ricoverato dopo il suo rimpatrio dalla Sierra Leone.

"Psicologicamente forte" - Il medico di Emergency è al momento "autonomo e si sente bene compatibilmente con lo stato febbrile che presenta. Psicologicamente è una persona forte", ha affermato Nicola Petrosillo, uno dei medici del team che ha in cura il paziente. Il paziente, hanno inoltre reso noto i medici, "è monitorato per la funzionalità cardiaca, epatica e renale per identificare precocemente l'eventuale comparsa di effetti avversi al trattamento".

I medici hanno poi sottolineato che il trattamento sperimentale al quale il paziente è sottoposto "è stato ben tollerato". Il farmaco utilizzato, hanno spiegato, "è stato ottenuto con una procedura speciale per l'importazione dei farmaci non registrati. La stessa procedura continuerà a garantire l'approvvigionamento del farmaco fino al completamento del ciclo terapeutico".

"Cammina ed è autonomo, buon segno" - Secondo il direttore scientifico dell'istituto Spallanzani inoltre il medico contagiato "cammina, è forte ed autonomo. Che le condizioni siano stabili è un buon segno. Stiamo valutando le migliori strategie terapeutiche".

"Personale medico-sanitario non è un rischio per la comunità" - Il personale medico-sanitario che ha in cura il medico di Emergency affetto da Ebola e ricoverato allo Spallanzani non rappresenta "un rischio maggiore per la comunità". Lo ha affermato il direttore scientifico dell'Istituto, Giuseppe Ippolito, sottolineando che tutto il personale in questione segue rigide procedure di sicurezza.

Inoltre, l'unità farmaci essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità "ha fornito tutta l'assistenza possibile e ha condiviso le scelte effettuate". Sempre al fine di garantire "la maggiore tranquillità degli operatori, nonché la sicurezza nella gestione del paziente l'Istituto ha destinato una task force di personale particolarmente esperto esclusivamente all'assistenza del paziente infetto".