RICOVERATO ALLO SPALLANZANI

Ebola, in Italia medico contagiato in Africa Viene curato con un farmaco sperimentale

Il paziente, assistito da un team di medici, ha viaggiato in una barella chiusa impiegata per il trasporto di persone colpite da patologie infettive contagiose

© ansa

E' atterrato all'aeroporto militare di Pratica di Mare il velivolo dell'Aeronautica con a bordo il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola in Sierra Leone. Il paziente, assistito da un team di medici, ha viaggiato in una barella chiusa impiegata per il trasporto via aerea di persone colpite da patologie infettive contagiose. Il medico è stato trasportato all'ospedale Spallanzani di Roma.

Il medico contagiato è stato prelevato lunedì in Sierra Leone, dove è atterrato e subito ripartito il Boeing KC 767 dell'Aeronautica configurato appositamente per questo tipo di trasporti sanitari di emergenza. Il velivolo, in particolare, è dotato di una barella chiusa che garantisce il trasporto in sicurezza di pazienti colpiti da malattie infettive altamente contagiose e diffusibili.

A bordo del velivolo anche una Unità di isolamento aeromedico, cioè un team della stessa Aeronautica composto da ufficiali medici e infermieri addestrati ad ogni tipo di trasporto in condizioni di bio-contenimento.

Un farmaco sperimentale per curarlo - In ospedale, dove viene seguito da una task force di 30 esperti, il paziente "ha iniziato un trattamento antivirale specifico con farmaco non registrato, autorizzato con ordinanza dall'Aifa, su indicazione del ministro della Salute": così hanno detto i medici che lo hanno preso in cura, aggiungendo che "presenta condizioni stabili, è vigile e collaborante" pur avendo febbre alta. Presenta infatti una temperatura a 39 gradi, ma senza segni di disidratazione cutanea. Il trattamento a cui viene sottoposto, ha aggiungo il direttore scientifico Giuseppe Ippolito, "è stato già utilizzato con successo in pazienti in Usa e Spagna". Il nome del farmaco non verrà reso noto fino a quando non saranno definiti i protocolli terapeutici.

Cecilia Strada: "Non ricostruito il contagio" - "Non è stato possibile ricostruire come è avvenuto il contagio in Sierra Leone del nostro medico", dice la presidente di Emergency, Cecilia Strada, alla conferenza stampa allo Spallanzani. "Abbiamo deciso per una questione di privacy - ha detto - di non fornire informazioni sul medico. Possiamo dire che ha 50 anni, è un infettivologo e ha già lavorato con Emergency. Era la sua prima missione in Sierra Leone dove era giunto il 28 settembre".

Medici: febbre alta ma non è disidratato ed è vigile - I medici hanno poi sottolineato che l'uomo "è stato monitorizzato lungo tutto il trasporto aereo, durato sei ore, senza alcuna criticità". Alla partenza dalla Sierra Leone era in condizioni di "stabilità clinica" e all'arrivo allo Spallanzani "le condizioni permanevano stabili". I medici hanno rilevato una "familiarità cardio-ipertensiva". Inoltre il medico di Emergency, hanno precisato i sanitari, "riferisce da giovedì 20 novembre un unico episodio di vomito e diarrea senza presenza di sangue, associato ad astenia e febbricola". Domenica 23 è comparsa la febbre, regredita però dopo l'assunzione di antipiretici. L'uomo è anche in grado di camminare, anche se "presenta febbre associata a brivido, malessere generale con iperemia congiuntivale, fegato e milza nella norma, torace senza rumori patologici".

I familiari: "Ci ha detto di stare tranquilli" - Il medico siciliano 50enne che ha contratto l'Ebola durante la sua prima missione con Emergency in Sierra Leone, prima di partire per l'Italia, dove è arrivato stamattina, ha contattato i suoi familiari. Lo ricostruiscono alcuni quotidiani che riportato colloqui con moglie e una figlia del primo italiano che ha contratto il virus. "State tranquilli, è tutto sotto controllo: mi sento bene e sarò curato", ha detto il medico a una delle sue due figlie, la più grande, come scrive La Stampa. "Io mi sento bene - ha aggiunto al telefono prima di partire - e sarò assistito e curato nel migliore dei modi. Mi senti? Se ti sto parlando vuol dire che è tutto ok".

"Le rassicurazioni di mio padre sono state sicuramente un grande regalo - ha rilevato la ragazza - perché sentire dalla sua voce che sta bene è tutta un'altra cosa che saperlo per via indiretta. Ma la paura c'è sempre".

La moglie del medico, in un'intervista al Corriere della sera, sottolinea di volere "rassicurazioni vere, e che non c'è stato contatto con i ministeri degli Esteri e della Salute....". Neppure diretti con i vertici di Emergency: "Non abbiamo parlato con Strada - osserva - ma con una ragazza molto gentile, lo dico senza polemica. Avranno tutti tante cose a cui pensare. Però noi vogliamo notizie certe". Spiega che a suo marito "stavano scadendo i tre mesi di aspettativa dall' ospedale" e che "venerdì sarebbe tornato in Italia" e che quindi "ce l'aveva quasi fatta". La famiglia del medico chiede all'autorità di "avere notizie certe" e di "sapere se passeranno settimane o mesi prima di rivederlo".

La moglie: "Non si specula così sulle persone" - "Non si specula così sulle persone: basta a questo circo mediatico. A noi interessa soltanto la salute di mio marito". Così la moglie del medico catanese. "Siamo rimasti a casa a Enna con le mie figlie - aggiunge - perché non è possibile incontrare Fabrizio e per evitare i giornalisti e null'altro".