CHIEDONO VERITA' E GIUSTIZIA

Volontario italiano Onu morto in Colombia, gli amici chiedono verità: "Temiamo un nuovo caso Regeni"

La stampa locale parla di ferite di arma da taglio sul corpo del giovane napoletano. De Magistris: "Vicenda dai contorni inquietanti"

Un 33enne italiano, Mario Paciolla, originario di Napoli, è stato trovato morto in circostanze non del tutto chiare in Colombia, dove stava svolgendo una missione umanitaria come volontario dell'Onu. Paciolla viveva nel dipartimento meridionale colombiano di Caquetà, negli anni '90 sede di falliti negoziati di pace fra le Farc e il presidente Andre's Pastrana. Gli amici del giovane chiedono giustizia e verità: "Temiamo un nuovo caso Regeni".

Sul corpo trovate ferite di arma da taglio Secondo la stampa locale, qualche giorno prima del decesso Paciolla aveva accompagnato il governatore di Caquetà, Arnulfo Gasca, e il sindaco di San Vicente, Julian Perdomo, in differenti luoghi di dialogo e accordo con le comunità rurali dove si facilitavano processi di pace. Da parte sua Radio Caracol indica che Paciolla faceva parte dell'equipe di verifica degli accordi di pace dell'Onu in Colombia, aggiungendo che il suo cadavere presentava "varie ferite da arma da taglio".

Gli amici: "Fare chiarezza subito" Sul balcone del Comune di Napoli è stato esposto uno striscione che recita "Giustizia per Mario" e su cui è stampato il suo volto. "Chiediamo giustizia e verità perché il caso è oscuro e da subito non c'è stata chiarezza - dice Simone Campora, amico di Mario - e abbiamo paura che si palesi un Caso Regeni 2, che si disperdano le energie per appurare la verità sulle circostanze più che sospette che hanno portato alla morte di Mario. Metteremo in campo piccole azioni che aumentino l'attenzione sul caso che vogliamo portare a livello nazionale e internazionale perché non è possibile morire cosi".

"Aveva anni di esperienza, non era uno sprovveduto" Gli amici di Mario intendono supportare "in qualsiasi maniera" la famiglia "portando avanti la stessa battaglia". Amici e famiglia chiedono "attenzione perché un ragazzo come Mario non può morire da solo, non può morire così". Mario in Colombia lavorava a un progetto per l'emersione di un territorio difficile sotto scacco dei Narcos per provare a dare un'opportunità al territorio e alla popolazione. "Affrontava situazioni difficili - prosegue Simone - che trattava già da molti anni. Era una persona con una certa esperienza, non era uno sprovveduto quindi si è trovato di fronte a qualcosa che lo ha sicuramente spaventato".

De Magistris: "Vicenda dai contorni inquietanti" La missione dell'Onu in Colombia si è "rammaricata profondamente" per la morte di Paciolla, inviando le sue condoglianze alla famiglia e confermando di avere aperto una sua indagine interna in collaborazione con la Procura per determinare le cause di quanto accaduto. "Vigileremo con estrema attenzione su questa vicenda che ha assunto subito contorni inquietanti e sinistri ed affinché essa non venga archiviata come molte - troppe - altre accadute in modo simile", assicura il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. La Farnesina ha confermato il decesso del giovane e ha fatto sapere che l'Ambasciata d'Italia a Bogotà, in stretto raccordo con il Ministero e con le Autorità locali, segue il caso con la massima attenzione.