avrebbe chiesto indennizzo di 100mila euro

Derisa per omonimia, italiana fa causa a Peppa Pig: ombra della bufala

La 40enne Gabriella Capra avrebbe chiesto alla Astley, la società che produce il popolare cartone animato, un risarcimento di 100mila euro. Ma tutta la storia potrebbe essere un falso costruito ad hoc

© sito-ufficiale

Guai giudiziari all'orizzonte per Peppa Pig. Una signora italiana, Gabriella Capra, ha deciso di intentare causa alla Astley, la società produttrice del popolare cartone animato britannico, chiedendo un risarcimento di 100mila euro per danni da omonimia. La signora, 40 anni, ha deciso di "tutelare il suo nome in sede civile", perché, da quando nel cartone è stato introdotto un personaggio suo omonimo, viene derisa da amici e colleghi.

Il nuovo personaggio - La vicenda è riportata dalla Fondazione Nazionale Consumatori, a cui si è rivolta la signora Capra per ottenere "giustizia". In una delle puntate, riferisce l'associazione, la famiglia Pig si reca in vacanza in Italia, dove conosce la famiglia Capra e in particolare la signora Gabriella Capra, nipote del signor Capra, rustico cuoco di paese. Da quel momento, la 40enne, impiegata in una nota azienda privata, è diventata oggetto di scherno e di derisione da parte di amici e colleghi.

Beneficenza - Se il tribunale dovesse dare ragione alla signora Capra, quella vera, il ricavato, assicura la fondazione, sarà interamente devoluto a favore di associazioni che si occupano di bambini abbandonati.

Aggiornamento - Sulla vicenda, ripresa praticamente da tutta la stampa, online e non, aleggia però il sospetto del fake. Non esisterebbe insomma nessuna signora Gabriella Capra nè tantomento ci sarebbe la causa alla società che produce Peppa Pig. A sollevare dubbi è il sito "Bufale un tanto al chilo" specializzato nella ricerca di tarocchi online, secondo il quale dietro il "Fondo Nazionale Consumatori", fonte della notizia, si celerebbe un'agenzia di stampa che già in passato aveva diffuso notizie poi rivelatasi false al solo scopo di farsi pubblicità.