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Il teatro al centro della sua vita

Non ha mai inseguito il facile successo

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Se ne è andata silenziosamente, come silenziosamente ha condotto tutta la sua vita. Mai un clamore particolare, mai un atteggiamento che la facesse allontanare dalla serietà con la quale ha affrontato e sviluppato la professione di attrice. Ne parlo oggi, nel giorno della sua scomparsa, perché ho nitido il ricordo di quando, uscita dalla gloriosa Accademia dei Filodrammatici di Milano, debuttò in una compagnia primaria. Non posso affermare con sicurezza che sia stata la stessa Accademia a segnalarla a mio padre, Ernesto Calindri e ad Aldo Cappellina, l’amministratore della compagnia. Sta di fatto che il 3 ottobre del 1956, al Teatro Eliseo di Roma, Lucilla Morlacchi debuttava nella commedia di G.B. Shaw “Il maggiore Barbara”. Era entrata in una compagnia teatrale che, oltre naturalmente a mio padre, presentava attori come Lina Volonghi, Alberto Lionello, Giulia Lazzarini, Enrica Corti e via dicendo. Io (non avevo ancora sedici anni) l’ho conosciuta in occasione del debutto milanese avvenuto qualche settimana dopo. Era una bella ragazza ma quello che colpiva era la dedizione alla professione, la costante presenza alle prove anche quando non la riguardavano direttamente, la continua richiesta di consigli, in particolare all’indimenticabile Lina Volonghi. Rimase in compagnia anche nella successiva stagione 1957-58. Altre attrici e altri attori l’aiutarono ad arricchire il suo bagaglio professionale, in particolare Lia Zoppelli. Poi prese il volo. La volle la televisione e, soprattutto, Luchino Visconti che allestiva “L’Arialda” di Giovanni Testori. In seguito il cinema, poiché lo stesso Visconti le affidò nel 1963 una bella parte ne “Il gattopardo”. Ma il suo impegno più importante lo ha dedicato al teatro di prosa. Ha affrontato gli autori più diversi con grande intelligenza e sensibilità: da Euripide a Cechov, da Pirandello a Genet del quale ha interpretato in modo straordinario “Le serve”: nell’occasione ha ricevuto il Premio Eleonora Duse. Nel 2009 riscosse un grande successo personale nello spettacolo 'Il dubbio', con Stefano Accorsi e la regia di Sergio Castellitto. L'altra notte ci ha lasciato un'altra signora del teatro italiano, che per quasi sessant'anni ha contribuito in modo egregio a nobilitare una professione fatta di arte e di cultura.

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