Legge elettorale, ddl costituzionale, Jobs act e delega fiscale: sono questi i temi caldi sui quali il premier incassa dagli alleati un impegno scritto fino al 2018, siglando un Patto di maggioranza. Ma è sull'Italicum che si gioca la partita più importante alla luce delle modifiche apportate da Renzi rispetto all'impianto uscito dal Patto del Nazareno: soglia di sbarramento al 3%, premio di maggioranza al partito e non alla coalizione che prende il 40%, e un sistema con capilista bloccati e preferenze. Ora la palla passa nelle mani di Forza Italia.
Vertici incrociati Oggi pomeriggio Berlusconi incontrerà i suoi per decidere il da farsi. Mercoledì dovrebbe vedersi con il premier e in serata Renzi, nella direzione del Pd, metterà il sigillo sull'Italicum. Con o senza Forza Italia. L'apertura ai piccoli partiti sulla soglia di sbarramento va molto al di là dell'8% chiesto da Silvio Berlusconi e del 5% proposto inizialmente dal premier come mediazione. Una scelta che aumenta la pressione sul Cavaliere e concretizza, con un passo che suona come una sfida, il proposito di Renzi di andare avanti "anche da soli".
Brunetta-Lotti, è scontro "Il patto del Nazzareno prevedeva la riforma della legge elettorale secondo quanto abbiamo approvato alla Camera nell'Italicum. e noi a quella siamo rimasti. E se Renzi con la sua maggioranza ha deciso di cambiare tutto e di buttare quel testo e di scriverne un altro non c'è più il patto del Nazareno", ha detto il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta al Gr1. Pronta la replica del braccio destro di Renzi Luca Lotti: "Se le parole di Brunetta sul patto del Nazareno interpretano il pensiero di Berlusconi e Fi , allora non c'è neanche bisogno di incontrarsi domani. Se la linea di Forza Italia è quella di Brunetta, come successo altre volte in questi mesi, mi servo a che serva l'incontro".
Italicum entro l'anno Sulla legge elettorale l'obiettivo del premier è riavviare il cammino in commissione al Senato entro la settimana, per arrivare in Aula entro fine anno e chiudere la partita alla Camera a febbraio. Ed e' anche per questo che in serata fa ingresso a Palazzo Chigi una folta delegazione composta da una quindicina di persone, in rappresentanza di partiti, 'partitini' e componenti parlamentari della maggioranza: dal Pd a Ncd, Sc e Pi, Cd, socialisti e autonomie. L'incontro diventa più in generale l'occasione per rinsaldare il programma di governo, confermando l'impegno sul Jobs act entro il primo gennaio.