"Mi sono spesso trovato nel posto giusto al momento giusto. Il successo è anche una questione di fortuna, ma nel posto giusto al momento giusto deve esserci la persona giusta. Ho conosciuto molti ragazzi che volevano diventare delle star. Il successo degli artisti che ho prodotto mi ha regalato la nomea di Re Mida, sembrava che quel risultato dipendesse esclusivamente da me. Sicuramente qualcuno avrà pensato: "Se invece di conoscere Gerry Scotti, Lorenzo, Fiorello, Max Pezzali o Fabio Volo avesse incontrato me, ora sarei al loro posto". Non è così. Loro le radici, io l'acqua. Le mie idee, i miei consigli, le mie intuizioni hanno trovato terreno fertile nelle persone curiose di imparare, di crescere, di migliorarsi. Avevano e hanno uno straordinario talento, un'attitudine naturale".
Così Claudio Cecchetto ripercorre la propria carriera di "voce cult" della radio italiana e di talent scout nel volume "In diretta. Il gioca jouer della mia vita" (Baldini e Castoldi, 400 pagine, 16 euro). Si tratta del racconto delle sue mille vite, vissute a velocità supersonica, ma è anche la storia di 40 anni di media italiani, visti con gli occhi di un protagonista.
"Mi piace la diretta, vivere contemporaneamente alle cose che faccio. Ho pensato tanti programmi, alcuni li ho solo presentati, altri li ho costruiti da zero. Ho prodotto dischi, ho fondato Radio, progettato software, scelto vinili in consolle e firmato contratti per me e per i miei artisti. In tutti questi ruoli, ho imparato che non esistono due situazioni uguali. Per me è sempre la prima volta".
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