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Professioni sanitarie, per fare il test d’ingresso ci vogliono più di 50 euro | Ma il Covid non gonfia i costi

Usciti i bandi degli atenei per l’accesso ai corsi di laurea per le Professioni Sanitarie, che si svolgeranno il prossimo 8 settembre. La tassa di iscrizione sale per molte università, ma per sostenere il test ci vogliono - in media - 'solo' 55 euro; circa 5 euro in più rispetto allo scorso anno. Ecco le università più esose e quelle più economiche

lapresse

Quasi tutti i ragazzi che a settembre vorranno tentare la strada delle Professioni Sanitarie, sottoponendosi alle prove d'accesso in una delle 22 discipline previste da quest'area didattica, possono tirare un sospiro di sollievo. Rispetto all'anno scorso, infatti, i costi per sostenere i test d'ingresso per entrare in uno dei tanti corsi di laurea attivati dai vari atenei italiani restano pressoché invariati: in media, 'solo' un leggero aumento del +13,2% (dai 48,8€ di dodici mesi fa ai 55,2€ per provare a immatricolarsi nell'anno accademico 2020/2021); in termini assoluti circa 6 euro in più, cifra tutto sommato accettabile. A dirlo un’analisi sui bandi ufficiali emanati dalle 37 università coinvolte effettuata - in anteprima per Skuola.net - da Angelo Mastrillo, Segretario della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.

I costi salgono, ma non come per Medicina

Dunque, niente di quanto avvenuto per i test d'ingresso alle facoltà di Medicina, per i quali la tassa d'iscrizione – perlomeno in tutti gli atenei aderenti alla CRUI (la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) - è stata portata a 100 euro tondi, in molti casi raddoppiando o addirittura triplicando quella degli anni scorsi. Anche se, poi, leggendo tra le righe dei vari bandi ci si accorge che alcune università hanno seguito il trend, correggendo al rialzo pure la tassa d'iscrizione al test per le Professioni Sanitarie. Nonostante, apparentemente, nulla sia cambiato rispetto al passato nelle modalità organizzative.

Gli atenei dove la tassa è più alta

È il caso delle università di Salerno e di Brescia, che hanno raddoppiato i costi a carico delle aspiranti matricole (da 50 a 100 euro). Costi alti anche per l'università dell'Insubria di Varese, dove la tassa è addirittura quintuplicata (da 20 a 100 euro). Mentre l'università di Pavia è arrivata a 100 euro partendo già da una quota elevata (nel 2019/2020 chiedeva 60 euro). Atenei, quelli appena citati, che vanno a fare compagnia all'università della Campania 'Luigi Vanvitelli' e all'università di Novara (Piemonte Orientale) che - sempre con 100 euro di tassa - si confermano anche nel 2020 le più esose. Un gradino sotto, invece, l'università di Foggia: anche qui i costi lievitano, da 52 a 70 euro in dodici mesi (quasi un +40%).

Le università meno 'esigenti'

Per fortuna, però, in quasi tutti gli altri atenei l'ammontare della tassa d'iscrizione alle prove – che, ricordiamo, si terranno il prossimo 8 settembre – continua ad aggirarsi attorno  ai 50€. E' così, ad esempio, a Torino, alla Statale di Milano, a Verona, Genova, Bologna, Parma, Firenze, Chieti, alla Federico II di Napoli, a Bari, Catanzaro e Messina. C'è poi un gruppo di università – come Padova, Trieste, Catania, Sassari, Roma Tor Vergata, “Sapienza” di Roma, L'Aquila - che contiene ulteriormente le pretese fermando il contatore sui 30-35 euro. Mentre l'università di Cagliari (che fissa la tassa a 23 euro) e soprattutto la Bicocca di Milano (con dei 'simbolici' 10 euro) conquistano ancora una volta la palma di atenei più economici per tentare l'accesso alle Professioni Sanitarie.

Punteggio o preferenza?

Un altro dato interessante, che emerge dall'analisi, riguarda i criteri di elaborazione delle graduatorie utilizzati dalle università. Analogamente a quanto accaduto negli anni precedenti, gli atenei si dividono in due blocchi. Da un lato quelle che guarderanno al “punteggio”, dando priorità alla classifica generale della prova d’esame e, solo secondariamente, alle scelte del singolo studente (dando agli studenti più capaci e meritevoli la possibilità di sfruttare le seconda e terza opzione); tale modalità riguarda la maggioranza delle università, 31 su 37. Dall'altro, quelle che guardano alla “preferenza”, in cui prevale prima la scelta del corso e poi il punteggio conseguito nella prova di ammissione (come avviene per sei università: Milano Statale, Brescia, Trieste, Udine, Chieti e Napoli Federico II).

Scadenze, qualcuno deve fare in fretta

Un’informazione importante per le aspiranti matricole, infine, sono le scadenze. Per poter sostenere il test di ingresso, infatti, sono già aperte le iscrizioni: ma se per alcuni atenei si può fare con calma, per altri è necessario accelerare con la procedura per candidarsi. Secondo l’analisi, infatti, le prime a chiudere le iscrizioni saranno Catania (23 luglio), Pisa (29 luglio) e Ancona (30 luglio). Negli altri casi, invece, c’è più tempo per decidere: Pavia e Roma “Sapienza” hanno fissato il termine ultimo al 5 agosto; a seguire - nel periodo che va dal 6 al 28 agosto - il resto della truppa; unica eccezione, Padova, dove lo stop arriva il 1° settembre, a una settimana dalla prova.


 

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