di necessità virtù

Sergio, da ragioniere a ristoratore

Vi raccontiamo di un 46enne che cinque anni fa ha scoperto di avere un tumore alla tiroide. La sua reazione? Ha aperto a Roma un take away di prodotti senza glutine sfidando crisi e malattia: "Il coraggio premia"

© tgcom24

Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai rischiato e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza.

La storia di oggi è prima di tutto una battaglia contro la crisi e contro la malattia: un esempio di grande coraggio e determinazione. Lui è Sergio Siciliano, un leccese 46enne eclettico di natura (da impiegato di banca ad attore teatrale, passando per la conduzione di programmi televisivi e la scrittura di trasmissioni radiofoniche) che cinque anni fa ha scoperto di avere un tumore maligno alla tiroide e, suo malgrado, si è trovato catapultato in uno stile di vita fatto di sacrifici e restrizioni. Qualche esempio? Eliminare completamente lo iodio dall'alimentazione dopo l'intervento, non poter mangiare quasi niente se non solo sei alimenti; non poter fare ginnastica. In breve non potersi sentire normale. Ma le privazioni non lo hanno abbattuto, anzi, gli hanno dato una nuova chiave di lettura della vita.

Così ha prima scritto un libro dal titolo decisamente evocativo "Ti iodio da morire" (nel 2011), poi ha aperto a Roma, con la sua grande amica Daniela, Sale e Argento: il primo take away/ristorante di prodotti freschi senza glutine di tipo salentino e argentino. "Un locale - ci spiega -che non parla di patologia ma di stile alimentare....quello del gluten free. lo sono salentino, la mia socia argentina e ci siamo detti: perché non dare la possibilità a tantissime persone, di mangiare un arancino o un pezzo di pizza e andare in metro?". Insomma, "normale" quotidianità che a volte sembra un conquista.

Cinque anni fa la scoperta della malattia, oggi un libro pubblicato e un'attivita avviata...Come hai fatto?
"Non volevo sentirmi malato. Quindi con la mia testardaggine ho studiato e modificato un protocollo internazionale che si segue dopo l'intervento di tiroidectomia totale e prima di affrontare la radiometabolica. Così l'ho "decodificato"nel mio libro e reso umano e accessibile a tutti, facendolo diventare una dieta che oramai seguono in tanti".

Poi è arrivato Sale e Argento...com'è nata l'idea?
"L'idea dell'attività è nata dal voler creare qualcosa che potesse essere di gusto ma anche utile. Avendo vissuto quel periodo di assoluta restrizione alimentare di 40 giorni ho pensato con Daniela: perchè non apriamo qualcosa che permetta anche ai celiaci di poter mangiare un pezzo di pizza o un arancino e andare in metro o sull'autobus come tutti i comuni mortali? Così abbiamo previsto sin dall'inizio uno stile alimentare (e non più patologia) adatto ad un pubblico sicuramente penalizzato ma anche ad un pubblico pieno di pregiudizi. Infatti è stato così e devo dire che tutte le situazioni artistiche che ho creato nel locale e le rassegne (quella dell'attore senza glutine dove amici attori vengono a fare monologhi, quella musicale della domenica e le jam session del lunedì, il swing del giovedì) ci hanno permesso di far conoscere involontariamente la nostra cucina a tantissimi ignari. La fortuna ha voluto anche che ci trovasse un pizzaiolo egiziano (già pratico di gluten free da 10 anni e conosciuto da tantissimi celiaci) al top nell'impasto della pizza e nelle sfoglie, tanto da fidelizzare tantissimi non celiaci innamorati dei prodotti (pizza e tutto ciò che realizziamo) senza notare la differenza".

Coraggioso aprire un locale oggi, come hai fatto?
"Un po' con fondi personali, con un primo premio nazionale ricevuto per l'idea innovativa di start up e con i fondi per la microimpresa della Comunità Europea".

Hai dovuto fare molti sacrifici per farlo decollare?
"Abbiamo dovuto investire tanto, i finanziamenti sono importantissimi ma ti assicuro che di soldi nell'apertura ce ne vogliono tanti non solo per quello che si pianifica ma soprattutto per gli imprevisti dettati da Direttori Asl che interpretano le leggi in modo soggettivo mettendo spesso i bastoni tra le ruote, i vari permessi che costano tantissimo e sicuramente le tasse che non agevolano. Comunque oggi stiamo seriamente pensando di allargare la famiglia e far entrare un nuovo socio, questo ci consentirebbe di estendere il mercato e implementare i servizi e poi l'economia cresce se ci si estende e allarga a nuove forze. Siamo felicissimi dell'esito del primo anno ma per aumentare il business bisogna essere almeno in tre".

Hai detto di aver avuto un un riscontro inaspettato...che tipo di clientela si rivolge a te?
"La clientela è variegata, il locale è frequentato davvero da tutti. Moltissimi organizzano lauree, compleanni, matrimoni pur non essendo celiaci, solo per il gusto di mangiare genuino e trovarsi in un luogo che tutti reputano di grande energia positiva. Lo chiamo "La casa dell'arte senza glutine".

Vivere gluten free...che significa?
"Significa per molti versi vivere nel disagio e nella poca libertà. Tantissimi da noi trovano il paradiso proprio perché non esiste contaminazione alcuna e per loro è un vero regno dalla tranquillità e della spensieratezza. Per moltissime mamme un sogno che si è realizzato per i loro bimbi. Il nostro viaggio, duro per molti versi, ci ha regalato emozioni uniche attraverso l'emozione e l'amore degli altri".

Prodotti accessibili a tutti o più cari della norma?
"Abbiamo cercato di abbassare un po' i prezzi. Utilizziamo solo materie prime di qualità quindi per quello che ci è possibile abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze di tutti, se pur con grandissime difficoltà. Ancora oggi le materie prime senza glutine hanno dei costi improponibili".

Come ti sei fatto conoscere? Passaparola, social, etc etc...
"Esclusivamente sul passaparola e Facebook (mai fatto un giorno di pubblicità), l'effetto domino è stato fondamentale. E' stato importantissimo anche il marchio del caffè che utilizziamo. E' un caffè tipicamente salentino per il quale noi leccesi non possiamo farne senza. Unico nel centro Italia ad avere il marchio ha contribuito a far conoscere il mio locale a tantissimi conterranei insieme ai "pasticciotti" per i quali andiamo fieri".

Un consiglio a tutti quelli che devono reinventarsi...
"Abbiate tantissimo coraggio, non demordete e tenete presente che il nemico (la burocrazia e le tasse) è sempre in agguato. Noi siamo un paese che non aiuta i coraggiosi, e l'economia rema contro. Ma non bisogna arrendersi: amate sempre quello che fate con lucidità e determinazione".