Migrante morto alla deriva nel Mediterraneo, nessuno che lo recupera: cresce lo sdegno
L'ex medico di Lampedusa ed europarlamentare Pietro Bartolo: "E' vergognoso, ci andrei io a recuperarlo, salviamo gli animali in acqua e non i migranti: abbiamo superato ogni limite"
C'è un migrante morto nel Mediterraneo che da oltre 15 giorni è alla deriva su quello che rimane del gommone su cui viaggiava. Un'immagine shock diffusa dalla Ong Sea Watch e che sta facendo discutere. A intervenire sulla vicenda è arrivato Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa e ora europarlamentare in quota Pd: "E' una vergogna - dice in tra le lacrime in un'intervista a Repubblica - non si può lasciarlo in pasto ai pesci, vado io a recuperarlo".
Quello di Bartolo è una provocazione ma anche un appello alle istituzioni: "Il ministero dell'Interno deve dare l'0rdine alla Guardia Costiera di andare a recuperare quel corpo, abbiamo superato ogni limite". Bartolo ricorda come mesi fa "i guardacoste sono andati a recuperare una pecora in mare avvistata da alcuni pescatori, hanno fatto bene, nessuno deve rimanere in acqua, e allora perché non andiamo a recuperare un uomo? Abbiamo perso il senso della misura".
La vittima è un ragazzo che dovrebbe essere coinvolto in uno dei naufragi avvenuti tra il 29 e il 30 giugno davanti alla Libia. Ci furono diverse operazioni di salvataggio in quel periodo. E a nulla sono serviti gli allert inviati dalla nave Seabird per segnalare la presenza di quel corpo. Italia, Libia e Malta si rilbalzano la responsabilità dell'operazione o peggio ancora ignorano del tutto la vicenda.
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