Ore decisive per la cosiddetta legge Marzano bis, dal nome del ministro titolare delle Attività Produttive, che dovrebbe venire in soccorso alle squadre in difficoltà economiche. Nella giornata di venerdì è prevista la discussione sul provvedimento in Consiglio dei ministri. "Quello che vorrei realizzare - ha detto il ministro - è una cosa molto semplice: vorrei che le società sportive fossero delle imprese e si comportassero come delle imprese".
Il governo si appresta a varare l'ennesima legge per salvare i club in difficoltà. Si tratta dell'allargamento della "legge Marzano" di cui ha beneficiato il Parma e che potrebbe adesso essere modificata con un emendamento che ne allarga i benefici anche alle società sportive in stato d'insolvenza, i cui debiti saranno bloccati per 2 anni. Le prime società a beneficiare della modifica dovrebbero essere due pericolanti illustri: Lazio e Napoli. La cosa non fa felice la Lega Nord, da sempre contraria agli interventi statali per salvare i club di calcio, mentre i Ds bocciano la legge e dicono no a un eventuale decreto salvacalcio. "Dopo Alitalia la Lega dirà ancora no agli assurdi regali al mondo delle calcio follie - ha detto Giancralo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera e segretario della Lega Lombarda - Tutto come da copione. Nulla di nuovo. Lo stavamo aspettando..." in riferimento al nuovo tentativo di salvare il calcio. Favorevole la Lazio, che beneficerebbe dell'emendamento. "L'idea è buona - ha detto il presidente Longo - ma noi stiamo facendo di tutto per fare da soli".
Questa volta si tratterà della modifica della legge Marzano (in passato il salvagente del Parma), che dovrà uscire dal Consiglio dei ministri di venerdì. L'imperativo è d'obbligo, perché le scadenze sono dietro l'angolo, prima tra esse il 12 luglio, quando le società dovranno dimostrare di essere in regola con i parametri federali. In questo senso la Marzano sarebbe un toccasana, andando ad agire sul debiti, che verrebbero congelati per due anni, introducendo un commissario straordinario che abbia il compito di trovare nuove risorse o vendere la società. L'emendamento che verrà presentato fa cadere i vincoli che esistono per le holding finanziarie, ovvero il plurimarchio, più di 1000 dipendenti e più di un miliardo di euro di debiti.
Sarebbe una vera e propria sanatoria che a questo punto renderebbe quasi inutile il Lodo Petrucci, che prevede la riassegnazione dei titoli sportivi da parte della Federcalcio alla società fallita, facendola ripartire dalla categoria immediatamente inferiore al campionato disputato. Le condizioni per fare ricorso al lodo sono anche in questo caso di tre tipi, e cioè il concordato fiscale sui tributi arretrati al 30 giugno 2003, la certificazione di stipendi e contributi pagati al 30 aprile 2004 e il rapporto dello 0,20-0,18 tra il patrimonio calciatori ed il patrimonio netto. Fin qui i cavilli fiscali, dietro ai quali si cela la sostanza di un Governo pronto, per l'ennesima volta, a venire in soccorso del calcio malato, rischiando però una crisi. Venerdì la decisione.