Ebola emergenza umanitaria, per gli esperti bisogna intervenire nei Paesi africani
I microbiologi riuniti per il congresso annuale invitano a fornire finanziamenti e risorse umane per contenere l'espansione del virus
"L'ebola è un'emergenza umanitaria, la conferma nell'intervento dell'Onu in loco, fatto senza precedenti". Questa l'allerta lanciata a Rimini durante il congresso annuale dell'Associazione microbiologi clinici italiani. E' intervenuto chi ha operato direttamente nei paesi teatro dell'emergenza Ebola e chi dall'Italia lavora in collegamento con i laboratori attivi in Africa. Per gli esperti "occorre un grande sforzo sia in termini economici sia professionali e umani, affinché si contenga la diffusione del virus". Si conferma, al contempo, la situazione di sicurezza di Europa e Italia.
Dati sottostimati - Maria Rosaria Capobianchi, componente del comitato direttivo Amcli, ha dichiarato: "Secondo i dati più recenti, sono oltre 13mila i casi, anche se si ritiene che il dato sia sottovalutato e che si debba utilizzare un coefficiente di correzione che può portare di fatto a raddoppiare il numero delle persone che hanno contratto l'infezione".
La storia del virus - Dal 1976, anno in cui il virus fu identificato per la prima volta in un villaggio lungo le rive del fiume Ebola nell'allora Zaire (ora Congo), a oggi si sono registrate altre 22 epidemie in piccoli villaggi dell'Africa centrale e con numeri estremamente ridotti (da 1 caso a 318).
Capobianchi sottolinea: "L'epidemia in corso, come le altre che l'hanno preceduta, mostra un indice di letalità decisamente superiore ad altre storiche infezioni come l'influenza spagnola del 1918 (letalità del 4%), Sars (10%) e colera (1-10%). Questo è uno dei motivi per cui esiste un allarme internazionale senza precedenti".
Va eliminato lì dove nasce - Questo atteggiamento sta inducendo tutti i Paesi a stanziare finanziamenti per la protezione entro i propri confini, sottovalutando come una efficace protezione si attui solo attraverso il contenimento rapido dell'epidemia nei Paesi africani, per il quale si stima siano necessari circa 900 milioni di dollari a fronte dei 30 a oggi stanziati.
Fanshen Lionetto, volontaria di Medici senza frontiere, racconta: "Mentre si lavora in quei Paesi, si avverte una drammatica carenza di personale sanitario, di strutture e materiali. Si fa tutto il possibile ma le necessità sono enormi".
Europa e Italia al sicuro - Dati rassicuranti sulla scarsa possibilità di coinvolgimento dell'Italia nell'evoluzione dell'epidemia sono stati forniti da Capobianchi, la quale ha escluso che il virus possa arrivare in Italia attraverso il flusso dei migranti. Resta invece sempre possibile, anche se poco probabile, attraverso il ritorno in aereo in Italia di persone che abbiano acquisito l'infezione in quei Paesi.
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