"La pressione esercitata sul territorio ha messo in difficoltà gli stessi carcerieri di Anna Maria Valdata che cosi' hanno deciso di liberare il loro ostaggio". Lo ha confermato il colonnello Fausto Rossi, comandante dei carabinieri di Pavia. La conferma è arrivata dalla stessa signora Valdata la quale ha detto che i carcerieri hanno temuto per la stretta che si stava chiudendo attorno a loro.
A quanto si è appreso, gli investigatori avrebbero in mano alcuni elementi per arrivare all'individuazione della banda, della quale farebbero parte alcuni stranieri, se non proprio tutti. Prima di liberare Annamaria i rapitori le hanno dato 10 euro per un cappuccino e per telefonare a casa.
Poi l'hanno fatta scendere da un veicolo, che lei col volto coperto, non ha potuto vedere, l'hanno fatta camminare attraverso una zona di sterpaglie e infine l'hanno lasciata libera, dicendole che poco più avanti avrebbe trovato un bar. Ed effettivamente pochi minuti dipo la signora Valdata si è ritorvata davanti un bar del circolo della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Rigoroso, una piccola frazione di Arquata Scrivia.
Erano le 23.10. "Stavamo guardando Portogallo-Inghilterra alla tv - dice Salvatore, 53 anni, gestore del circolo, dove in quel momento c'erano una decina di persone - quando quella donna ha bussato alla porta. Non riusciva a parlare bene, e aveva le gambe segnate da graffi: li' per li' abbiamo pensato a un incidente stradale".
Sono stati momenti di grande confusione, Annamaria ha chiesto dove fosse, ha chiesto un telefono e poi ha detto che era "la donna rapita" ma quando già stava chiamando casa. "Aveva anche fame - racconta Maria Adelaide - tanto che per prima cosa le abbiamo preparato un cappuccino. Tremava, povera donna, ma stava bene". E intanto il gestore avvertiva il 113, che ha subito inviato una pattuglia della Stradale di Serravalle Scrivia.