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Bari: espone il pass disabili di un morto, 66enne assolta in appello

La donna era stata condannata in primo grado a 20 giorni di carcere per aver parcheggiato in zona vietata esponendo il tagliando della madre

lapresse

Esporre il pass per disabili di un morto non costituisce reato se non lo si usa per parcheggiare. Con questa motivazione la Corte d'Appello di Bari ha assolto una donna di 66 anni che aveva lasciato l'auto in divieto di sosta esponendo il contrassegno intestato alla madre defunta. La signora era stata denunciata per uso di atto falso e condannata in primo grado, con rito abbreviato, a 20 giorni di carcere con pena sospesa.

La denuncia - La donna aveva parcheggiato la sua macchina in una zona con divieto di sosta per lavori in corso. Gli agenti della Polizia Municipale l'avevano multata e denunciata per uso di atto falso.

Nel 2008 la sentenza di primo grado aveva condannato con rito abbreviato la 66enne a 20 giorni di carcere con pena sospesa e al pagamento di un risarcimento danni.

"Non ci sono dubbi che la donna abbia utilizzato il pass per disabili intestato alla madre...", aveva motivato la condanna il giudice dell'epoca.

Il fatto non sussiste - Sei anni dopo il dietrofront in appello: esporre sul parabrezza della propria auto il tagliando per disabili appartenente a qualcun altro non è reato se non lo si utilizza.

La sentenza potrebbe rappresentare un precedente per altri processi istruiti dopo analoghe denunce dei vigili.

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