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Scandalo palestre, assente per 1 su 3. E l’ora di sport somiglia alla ricreazione

Il 30% degli studenti sostiene di fare la lezione di educazione fisica in spazi rimediati: 1 su 10 in cortile e, a seguire, in aule, nei corridoi e nei campi di altre strutture. Nel 40% dei casi gli studenti dichiarano che il prof non si cura di seguirli.

agenzia

Ora di educazione fisica: sembra più facile a dirsi che a farsi. Infatti, nonostante il piano di riforme La Buona Scuola mostri l'intenzione di valorizzare lo sport, la realtà quotidiana nei nostri istituti appare quanto mai lontana da questo ideale. E' quanto emerge da una ricerca effettuata da Skuola.net su un campione di 7mila studenti. Ben 1 su 3, infatti, sostiene di non fare lezione nella palestra della propria scuola: la maggioranza, circa 1 su 10, sostiene di essere costretto a svolgere la lezione in cortile e circa il 9% si sposta presso un'altra struttura. Addirittura, c'è chi deve rimanere in classe o rimediare nei corridoi o in un parco vicino. Quasi il 5% non fa lezione nonostante questa sia prevista dall'orario scolastico.

Se le condizioni strutturali sono un po' malandate, la situazione non migliora sul piano della didattica. Quando suona la campanella e arriva il prof di educazione fisica, quale programma viene svolto? Le lezioni teoriche sono contemplate solo per il 20% degli intervistati. Il restante 80% si dedica esclusivamente all'attività fisica: circa il 20% svolge esercizi di corpo libero e il 18% fa atletica leggera, mentre l'attività più svolta in assoluto è la partita di calcio, pallavolo o altro sport di squadra, come sostengono 2 ragazzi su 5.

La stessa percentuale, che si assesta intorno al 40%, confessa però che il prof non segue i propri alunni durante la lezione. Infatti, alla domanda “Come giudichi il tuo prof di educazione fisica?”, seppure la maggioranza (circa il 60%) risponda confermando l' impegno e la serietà del docente, il resto degli intervistati si divide tra chi confessa che il prof lascia fare agli studenti ciò che vogliono (16%), e chi sostiene che il suo metodo di insegnamento è assegnare un'attività senza poi seguire la lezione (25%). Eppure, il voto medio degli studenti è altissimo: per il 60% è tra 8 e 10. Ma come viene assegnato? Uno su 5 è all'oscuro di come l'insegnante decida i voti, denunciando una mancanza di chiarezza da parte del prof. Circa 1 su 4 sostiene che riflette l'impegno e la partecipazione alla lezione e il 28% i risultati sportivi. In pochissimi parlano di verifiche, il cui risultato sia annotato sul registro: vengono svolte solo dal 28% degli studenti.

Nei casi estremi in cui la lezione di educazione fisica non viene affatto svolta dagli studenti, il perché è presto detto: per 1 su 3 non ci sono gli spazi, per il 13% non ci sono i prof. Per il 14% l'ora è usata da altri professori per svolgere le proprie lezioni, soppiantando l'attività sportiva come ora di serie B. Circa il 40%, invece, non è in grado di rispondere, non essendogli stato chiarito il motivo per cui gli è impedito svolgere la lezione.

Quando la palestra è presente a scuola, però, non sempre si può tirare un respiro di sollievo. Anche se questo dovrebbe essere uno spazio adibito allo sport e, di conseguenza, sicuro più di un cortile o del corridoio, secondo l'ultimo report di Cittadinanzattiva le strutture hanno non poche carenze. Nel 17% dei casi i pavimenti presentano difformità, nel 14% dei casi le finestre non sono integre. Una palestra su 5 del campione visionato presenta distacchi di intonaco o altri segni di fatiscenza, o anche attrezzature danneggiate. Manca una cassetta del pronto soccorso in un caso su 3, e nella stessa percentuale dei casi presentano norme antincendio e stato degli impianti elettrici nulli o arretrati.

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