Una testa riccia e rossa spunta da un tombino. Un inquietante sorriso si intravede appena dietro un vicolo buio. E, ovviamente, il coltello alla mano non manca. Piedi enormi, faccia dipinta, ingombrante parrucca colorata. Il tipico cattivo dei film dell'orrore, da sempre incubo di grandi e piccini, raccontato nella sua forma più spaventosa dalla fantasia di Stephen King, sembrava essere tornato in città. E non in una grande metropoli americana, ma, come scriviamo su Skuola.net, dietro l'angolo, a Reggio Emilia.
UN INCUBO, PER NON ANDARE A SCUOLA - Da giorni infatti, come racconta Skuola.net, la psicosi collettiva sul clown assassino pronto ad aggredire i passanti per le vie cittadine stava raggiungendo picchi tali da coinvolgere le forze dell'ordine e scatenarsi in un violento tam tam sui social. Fino alla confessione dei tre studenti dai quali tutto era partito: "ce lo siamo inventato per giustificare un ritardo a scuola".
UN CLOWN ASSASSINO A REGGIO? – Si erano attardati per strada, non erano riusciti a raggiungere la scuola prima del suono della campanella e non sapevano proprio come giustificare la cosa. Così, i tre 14enni emiliani hanno pensato bene di inventarsi un'aggressione proprio fuori i cancelli dell'istituto. E per condire ancora di più la vicenda perché non denunciare due uomini travestiti da terrificanti clown? Così, coinvolti i Carabinieri, il panico ha iniziato a dilagare in città.
IL TAM TAM ONLINE – C'è voluto poco, spiega Skuola.net ricordando un altro episodio simile presumibilmente avvenuto a Modena, perché la notizia si divulgasse sui social network. Da lì, un dilagare di segnalazioni, avvistamenti e false notizie con tanto di foto su facebook del presunto mezzo di trasporto usato dagli IT emiliani per spostarsi da una città all'altra. Tutto ciò a pochi giorni dalla notte di Halloween, per tradizione la notte delle streghe, dei morti viventi e, appunto, dei clown assassini.
VERITA' E CONSEGUENZE – C'è voluto poco, però, ai Carabinieri di Reggio Emilia, per smascherare i tre piccoli impostori che, messi alle strette, hanno confessato di aver inventato tutto per giustificare il ritardo. Due dei minorenni sono stati subito denunciati per simulazione di reato, il terzo, che si era limitato a confermare la versione degli amici, per favoreggiamento.