Non era all'altezza prevista nel programma di volo l'aereo del capitano Mariangela Valentini, coinvolta nello scontro dei Tornado il 19 agosto, in provincia di Ascoli. Secondo la procura militare di Verona, il velivolo della Valentini, alla guida di un aereo del quarto stormo militare, era in una posizione diversa dal piano al momento dell'impatto con il mezzo pilotato dal capitano Alessandro Dotto.
Secondo gli accertamenti in corso "non c'è corrispondenza con l'altezza pianificata, ma questo non significa che si sia in presenza di una colpa". Sulla tragedia, in cui morirono anche i due navigatori, la procura militare scaligera ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di perdita colposa di aeromobile.
"Il pilota, infatti - spiegano le fonti della procura -, può avere mille ragioni di natura tecnica che lo possono indurre a cambiare l'altezza pianificata. Il pilota al momento del volo deve prendere in considerazione mille cose e può quindi decidere il da farsi". "Naturalmente - hanno precisato il procuratore militare di Verona Enrico Buttita e il sostituto militare Luca Sergio a Corriere.it - il fatto che il capitano Valentini si trovasse alla quota sbagliata non significa che abbia avuto delle colpe".
La procura militare scaligera sottolinea che la magistratura di Ascoli, intestataria dell'inchiesta ordinaria sull'incidente per l'ipotesi di disastro colposo, ha avviato una serie di consulenze tecniche e "solo alla fine si potrà sapere come sono andare le cose e se ci sono eventuali responsabilità. Ci vorrà ancora qualche mese per conoscere i risultati delle perizie".