una tavola disegnata lunga 7 metri

"La Grande Guerra": Joe Sacco racconta il primo giorno della Battaglia delle Somme

Un'opera panoramica. Un'illustrazione in bianco e nero lunga 7 metri Muta ma straordinariamente dettagliata

© ufficio-stampa

Iniziata il 1° luglio 1916, la Battaglia della Somme è diventata il simbolo della follia della Prima guerra mondiale. Solo durante quel primo giorno vennero uccisi quasi 20.000 soldati britannici e altri 40.000 vennero feriti. Quando l'offensiva si arrestò, i caduti erano più di un milione. In "La Grande Guerra" (Rizzoli Lizard, cartonato con fascicolo in cofanetto, 27 pagine, 25 euro), l'acclamato giornalista fumettista Joe Sacco rappresenta gli eventi di quel giorno in un'opera panoramica muta, straordinariamente dettagliata, lunga 7 metri: dal generale Douglas Haig alle imponenti postazioni di artiglieria dietro le linee, alle legioni di soldati che emergono dalle trincee e vengono abbattuti nella terra di nessuno, fino alle decine di migliaia di feriti in ritirata e ai morti seppelliti in massa.

Sulla realizzazione di questa opera, Joe Sacco racconta: "Avendo concepito questa illustrazione senza l'uso di parole, è stato impossibile fornire un contesto o aggiungere spiegazioni. Non ho avuto modo di criticare gli stati maggiori o di elogiare il sacrificio dei soldati. È stato un sollievo non doverlo fare. Ho potuto solo mostrare cos'è accaduto tra il generale e le tombe, e sperare che anche dopo un centinaio di anni il cattivo sapore non ci sia scomparso dalla bocca".

Joe Sacco
(Malta, 1960) è cresciuto in Australia e vive a Portland (Oregon). Il suo primo libro, "Palestina", ha vinto l'American Book Award. Goražde. "Area protetta" è stato nominato miglior fumetto dell'anno da "Time". "Gaza 1956. Note ai margini della storia" ha vinto il Ridenhour Book Prize ed è stato tra i finalisti del Los Angeles Times Book Prize.

"Days of Destruction, Days of Revolt", scritto con il giornalista Chris Hedges, è stato un best seller del "New York Times". Sacco ha ricevuto una Guggenheim Fellowship ed è stato finalista dell'Amnesty Media Award. Le sue opere sono state tradotte in quattordici lingue e sono comparse su "Time", "New York Times Magazine", "Granta", "Guardian", "Virginia Quarterly Review" e "Harper's".