Crisi, italiani sempre più attenti: il 54% ha tagliato sprechi alimentari
E' quanto emerge da un'indagine condotta da Ipsos per Actionaid, diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione
Gli italiani sono sempre più consapevoli dell'importanza di non sprecare cibo e di scegliere un'alimentazione attenta al portafoglio ma anche alla salute e all'ambiente. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Ipsos per Actionaid sugli sprechi alimentari, diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Secondo quanto rilevato, un italiano su 2 preferisce rifornirsi presso piccoli produttori locali e a "km 0".
La crisi economica sembra infatti aver avuto un impatto molto significativo sui comportamenti di acquisto e di consumo per oltre la metà degli italiani (51%), ancor più al Sud (59%) dove gli effetti della crisi hanno moltiplicato le già precarie condizioni di milioni di cittadini. Sebbene il 56% degli italiani dichiari di comperare ancora molto più dello stretto necessario, diverse cause contribuiscono a stimolare scelte mirate davanti agli scaffali come a casa, complice anche una maggiore attenzione per la propria salute (73%), per l'ambiente (14%) e una nuova sensibilità sugli impatti che il proprio consumo incontrollato può avere sul resto mondo (29%), inducendo gli italiani di fatto a impostare nuove regole di consumo a tavola.
Diminuiti gli alimenti che finiscono nella pattumiera - Nuove consapevolezze, quindi, che il campione interpellato da Ipsos (1.001 persone di età 18-60 anni) testimonia di aver acquisito: rispetto a 2 anni fa, per oltre la metà degli italiani (54%) sono sensibilmente diminuiti gli alimenti che finiscono in pattumiera senza essere consumati, e si è imparato a strizzare l'occhio a quelle variabili chiave che qualificano un prodotto alimentare: l'origine locale, quindi la filiera corta (50%), il rispetto della stagionalità a favore della qualità (48%) e un'attenta valutazione delle modalità di acquisto, sfuso e a peso, con punte altissime nella fascia d'età 55-65 (94%) ma altrettanto significative nella fascia 25-34 (84%).
Acquisti consapevoli, aumenta il "km 0" e l'attenzione agli sprechi - Un italiano su 2 preferisce rifornirsi presso piccoli produttori locali e a "km 0", ma oltre alla qualità anche il costo ha il suo peso specifico nelle scelte degli italiani, i quali individuano i prodotti alimentari soprattutto in presenza di una promozione (29%) o di un prezzo più basso rispetto ad altri cibi (24%). E' interessante notare come nella fascia 55-65 anni, lo spreco di alimenti scaduti o andati a male non capita quasi mai per oltre la metà del campione (56%), dato che si dimezza per la fascia 25-34 (27%) tra i quali il 6% butta cibi deteriorati o scaduti tutti i giorni, a fronte della metà sprecata dai 55-65enni.
La crisi tra le principali cause dell'"attenzione" - L'indagine rileva come la crisi (51%) rappresenti solo uno dei fattori che ha indotto gli italiani a una maggiore attenzione al proprio stile di consumo alimentare; una leva importante emersa dall'indagine risiede nella sensazione di disagio e fastidio che procura lo spreco (64%) - percentuale che lievita al Nord (75%) e cala al Sud (55%) - e da una certa dose di senso di colpa (29%) nei confronti di quelle persone che, anche nel nostro Paese ormai, non hanno di che alimentarsi.
Un italiano su 4, infatti, è consapevole che il 13% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni, che 1/3 della produzione mondiale di cibo viene sprecato (47%) e che per ogni persona che non ha da mangiare al mondo ce ne sono due obese o in sovrappeso (26%); 1 italiano su 3 invece non ha ancora nessuna idea dell'impatto che gli attuali sistemi di agricoltura hanno sull'ambiente e sui consumi di combustibile per la produzione, mentre circa un quarto ritiene di esserne al corrente.
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