CONTI A RISCHIO

Bundesbank, Weidmann: "Italia e Francia sono bambini problematici"

I due Paesi rischiano di non rispettare i parametri del patto di stabilità europeo, in particolare il rapporto del 3% sul deficit/Pil

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"Francia e Italia, in ritardo sulle riforme, diventano sempre di più i 'bambini problematici' dell'Eurozona". A dichiararlo è il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. I due Paesi rischiano infatti di non rispettare i parametri del patto di stabilità europeo, in particolare il rapporto del 3% sul deficit/Pil. Weidmann ha definito i due Paesi con l'espressione "Sorgenkinder", più volte utilizzata nel dibattito tedesco per indicare Roma e Parigi.

Parlando a una conferenza a Bielefeld, Weidmann ha spiegato che "se le regole venissero ulteriormente allentate, questo peserebbe in modo molto grave sulla credibilità dei Paesi". "Non dovremmo dimenticare che la crisi del debito è iniziata quando i mercati finanziari hanno perso fiducia nella sostenibilità del debito degli Stati", ha sottolineato.

"La Francia deve essere ritenuta responsabile se manca il target di bilancio nel 2015", ha ribadito Weidmann. Il banchiere tedesco ha anche esternato i suoi timori sul programma di acquisto di Abs e covered bond annunciato dalla Bce.

Katainen: "Analisi legge di Stabilità è un esercizio aritmetico" - "Una volta che avremo i dati che ci danno gli Stati guarderemo il debito e il deficit e compariamo gli impegni con quello che hanno fatto, è un esercizio puramente aritmetico". Lo ha detto il commissario agli Affari economici Jyrki Katainen a chi gli chiedeva con che criteri Bruxelles valuterà le leggi di Stabilità.

Dijsselbloem: "Le riforme fatte pesino sull'esame dei bilanci" - "Non siamo stati in grado di stimolare le riforme abbastanza, quindi se riuscissimo a unire riforme e investimenti potremmo aumentarne l'efficacia, e prenderle in considerazione nell'analisi dei bilanci". Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem parlando di un New Growth Deal che consideri "solo le riforme approvate dal Parlamento e non solo promesse".