A Monza si fa la dialisi "a distanza"Il medico monitora i dati dall'ospedale
Prima esperienza in Italia al San Gerardo grazie al sistema informatico
Il dottore in ospedale, il paziente in casa ma i dati della dialisi sono direttamente scaricati dal rene artificiale nel domicilio del malato, sui computer della struttura. Quest'esperienza di telemedicina, prima del genere in Italia, è stata testata presso l'ospedale San Gerardo di Monza. E' possibile grazie a un sistema informatico di assistenza e controllo remoto, denominato Therapy Data Management System.
In tempo reale - Le tecnologie per assicurare questo risultato sono state messe a disposizione da Fresenius Medical Care grazie a un accordo con la direzione della Nefrologia del San Gerardo guidata da Andrea Stella. L'iniziativa, prima del genere in Italia, è stata presentata al Congresso nazionale della Società Italiana di Nefrologia di Catania.
L'analisi dei dati avviene in tempo reale grazie a questo tipo di collegamento: questo permette al medico, in caso di anomalie o rilevazione non soddisfacente dei parametri misurati, un intervento immediato per risolvere il problema o per migliorare le performance della seduta dialitica.
Più rapporto tra ospedale e territorio - Simonetta Bettelini, direttore generale dell'azienda ospedaliera, commenta: "Con la realizzazione di questo progetto il San Gerardo conferma la sua posizione di eccellenza. Il percorso di sostegno a domicilio infatti rafforza i rapporti tra Ospedale e territorio. Siamo disponibili a trasferire questa nostra esperienza anche ad altri operatori sanitari perché siamo convinti che si tratta di un punto non di arrivo, ma di partenza. Una sintesi perfetta tra ricerca e sviluppo".
Eugenio Vignati, direttore sanitario dell'ospedale, aggiunge: "E' la prima volta in Italia che si tenta un'operazione del genere che consente una terapia più personalizzata basata non solo su farmaci, ma su metodiche nuove".
Un supporto a migliaia di pazienti - In Italia ci sono 49mila pazienti dializzati (9mila in Lombardia e 900 a Monza e Brianza). Di questi, circa 5mila hanno scelto la dialisi domiciliare, rappresentata nella stragrande maggioranza dei casi dalla dialisi peritoneale. Il 25% tra loro si affida totalmente al supporto dei familiari o di personale dedicato, come badanti o personale di Rsa, quando disponibile.
Seppure la dialisi peritoneale rappresenti la metodica di prima scelta per i trattamenti dialitici domiciliari, in un certo numero di casi questa opzione non è praticabile per ragioni cliniche. La seconda opportunità è rappresentata dalla emodialisi, una metodica attualmente utilizzata quasi solamente nei trattamenti ambulatoriali effettuati in centri ospedalieri.
SU TGCOM24