Come nel 2011, "Non c'è fango che tenga"

Genova, tornano gli Angeli del Fango: guidano la resistenza di un'intera città

Armati di guanti e pale e spinti dal motto "Non c'è fango che tenga", centinaia di volontari sono scesi nelle strade a portare aiuto a chi ha perso tutto

Oggi come tre anni fa “Non c'è fango che tenga”. Gli angeli del fango, il gruppo di volontari nato nel 2011 per fronteggiare l'alluvione che quell'anno aveva colpito Genova, hanno rispolverato le magliette e il motto che già all'epoca erano diventati simbolo di resistenza e solidarietà. Centinaia di giovani si sono sparpagliati per le strade della città armati di guanti e pale, per aiutare chi con l'inondazione ha perso tutto.

I tre responsabili negli uffici del municipio della Bassa Valbisagno, in piazza Manzoni, hanno raccolto 300 adesioni solo a metà mattinata.

Ma tanti sono i volontari che arrivano senza registrarsi in municipio. In via Canevari sono così tanti che vengono indirizzati al cimitero monumentale di Staglieno, dove la massa d'acqua ha fatto danni ingenti.

Sul ponte di Sant'Agata arrivano tre ragazzi, venuti da Pieve Ligure armati di pala e tanta voglia di dare una mano.

“Facciamo parte di un gruppo di 50 studenti universitari – spiega una di loro, Giulia Moscatelli – Vogliamo aiutare chi ha perso tutto. Non potevamo stare a casa”.

"È inutile stare a dire cosa si poteva fare. Oggi compito dei cittadini è cooperare fra loro”, dice Matteo Ferrando, studente di 18 anni.

C'è anche chi ieri ha visto la propria vita sommersa dall'alluvione, come la titolare di un autonoleggio di corso Sardegna che fino a ieri aveva metri d'acqua nell'officina, e oggi aiuta chi si trova nella stessa situazione. Giovani e meno giovani “Non c'è fango che tenga".