I "dissidenti" del Pd non si arrendono e promettono ancora una lunga battaglia al Senato dove si discute del Jobs Act presentato dal governo. E' pronto, infatti, un documento stilato dalla minoranza del partito. "Il testo - spiega il senatore democratico Miguel Gotor - presenta le firme di 26 senatori e 9 deputati membri della direzione Pd". Il senatore Pd Walter Tocci ha invece fatto sapere che subito dopo aver votato la fiducia si dimetterà.
I 9 deputati firmatari del documento sono tutti membri della Direzione Pd: Stefano Fassina, Micaela Campana, Enzo Amendola, Cesare Damiano, Nico Stumpo, Davide Zoggia, Alfredo D'Attorre, Guglielmo Epifani, Roberta Agostini. I 26 senatori che hanno firmato il documento sono Guerra, Gatti, Fornaro, Chiti, Corsini, Gotor, Lai, Migliavacca, Pegorer, D'Adda, Albano, Broglia, Cucca, Dirindin, Filippi, Giacobbe, Lo Moro, Manassero, Manconi, Martini, Micheloni, Mucchetti, Puppato, Sonego, Tronti, Turano.
Presentando il documento, Maria Cecilia Guerra ha sottolineato che "voteremo la fiducia al governo" ma il "ricorso alla fiducia interrompe il dibattito parlamentare e rappresenta le difficoltà dell'esecutivo nel permettere un confronto in Parlamento della maggioranza". "La fiducia - prosegue - è estranea a un dibattito di merito, è una scelta che pone un parlamentare di fronte ad una responsabilità molto grossa. Come si può immaginare di far cadere il Governo in questo momento, con la legge di stabilità alle porte?".
La Guerra sottolinea poi come "alcuni dei nostri emendamenti sono stati accolti nel maxiemendamento del governo, quindi sono stati fatti passi avanti, ma non basta: altri temi importanti sollevati e accolti anche nella direzione Pd non compaiono nel maxiemendamento".
Tocci: "Voto e poi mi dimetto" - "I margini di maggioranza al Senato sono esigui e non ho intenzione di causare una crisi politica". Perciò "voterò la fiducia, ma subito dopo prenderò atto dell'impossibilità di seguire le mie idee e mi dimetterò da senatore". Lo scrive sul suo blog il parlamentare Pd Walter Tocci, spiegando che si tratta di una scelta di "coscienza, senza alcun disegno politico per il futuro".