Condannato per Why not, i giudici: "De Magistris ha violato la legge"
Il sindaco di Napoli, attualmente sospeso dall'incarico come prevede la legge Severino, "non rispettò le garanzie parlamentari"
"Una violazione comune e consapevole delle disposizioni di legge, agendo senza rispettare le garanzie per le cariche parlamentari". Così il tribunale di Roma nelle motivazioni della condanna di Luigi De Magistris a un anno e tre mesi di reclusione per abuso d'ufficio. La sentenza è stata emessa il 24 settembre e fa riferimento all'epoca il cui il sindaco di Napoli, attualmente sospeso, era pm a Catanzaro e titolare dell'inchiesta Why Not.
"L'obiettivo degli imputati (Luigi De Magistris e il consulente tecnico Gioacchino Genchi, ndr) non era quello investigativo, ma disattendendo le norme, era quello di conoscere il traffico dei parlamentari tramite l'acquisizione di tabulati: attività illecita perché dolosamente inosservante della legge Boato", è scritto. Secondo la legge Boato, infatti, "non si possono usare intercettazioni di parlamentari senza l'ok ex post delle Camere". Una sentenza che per De Magistris resta "ingiusta, intrisa di violazioni di legge a iniziare dalla competenza".
La difesa: "Non voleva fare danni ai parlamentari" - "Non si comprende come si possa sostenere che il mio assistito volesse arrecare danno ai parlamentari in questione, posto solo che acquisi' involontariamente i loro numeri di telefono". Questo il commento dell'avvocato Massimo Ciardullo, difensore di Luigi De Magistris insieme con il collega Stefano Montone, alle motivazioni della sentenza. "Siamo fiduciosi per il giudizio di appello: la sentenza sarà ribaltata in quanto il reato non sussiste né dal punto punto di vista soggettivo, né da quello oggettivo", conclude.
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